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Il Mibac disponibile con i lavoratori di Cinecittà

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Il 3 dicembre 2014 i lavoratori di Cinecittà hanno manifestato presso il Ministero dei Beni Culturali in via del Collegio Romano, presenti i sindacati CGIL, CISL e UIL e l’ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), vicina alle lavoratori per la difesa dei teatri. A seguito di un immediato interesse del Ministro Franceschini, sensibile alla cultura cinematografica e alle attività dello stabilimento si è evitata la dismissione di tutte le attività interne  raggiungendo a dicembre 2014 un accordo con la gestione per porre le basi di un reale rilancio dello stabilimento con un agevolazione delle condizioni amministrative per la gestione. Oggi i lavoratori si ritrovano con 39 unità in cassa integrazione nel reparto sviluppo e stampa, 49 esuberi tra i 90 in solidarietà, 60 lavoratori messi in liquidazione (Audio e Digital) e 3 licenziamenti. Una situazione senza una spiegazione logica visto l’imminente arrivo di grandi produzioni cinematografiche: Benhur, Diabolik, Christ the Lord, Zulander, che hanno scelto Cinecittà.

Alle 16,00 la Dott.ssa Recchia, a nome del Ministro assente per impegni già presi,  ha ricevuto una delegazione di Cinecittà e dei sindacati, stilando un verbale d’incontro che verrà consegnato al Ministro. “Si sottolinea il forte impegno del ministero (tax credit, risorse finanziarie, rinegoziazione degli accordi commerciali ecc.), il contributo sociale dei lavoratori attualmente in contratto di solidarietà (Cinecittà Studios) e di cassa integrazione (nel settore sviluppo e stampa). Pertanto si aggiunge in modo del tutto negativo la messa in liquidazione dell’azienda Deluxe, registrando un abbandono ingiustificato  della Multinazionale leader a livello internazionale della post produzione (Tecnicolor e Deluxe) ed il perseverare da parte di Cinecittà Studios dello “spacchettamento” societario di tutta la filiera produttiva vanificando nei fatti il controllo pubblico. La delegazione sindacale evidenzia che a fronte di importanti investimenti pubblici per la tenuta e lo sviluppo del settore, incapaci imprenditori dilapidano le risorse destinate, non garantendo il valore culturale della mission e la tenuta sociale, con forte impoverimento del tessuto produttivo e professionale degli addetti, determinando, inoltre, la mancanza di infrastrutture finalizzate alla produzione di filiera.

Si chiedono pertanto, in tempi celeri,risposte coerenti agli impegni sottoscritti a partire dai percorsi  individuati e assunti negli accordi sottoscritti, dal 4 dicembre 2012 che erano finalizzati a salvaguardare il patrimonio di Cinecittà. Si richiede, in data utile , entro il 9 del mese un aggiornamento dell’incontro odierno con la presenza del Ministro Franceschini per risposte di merito sulle questioni già poste con i vari interlocutori: Progetto RAI, d’intesa con il Ministero dell’Economia e Finanze, come dai verbali del 7/4/2014 e del 27/10/2014 e per determinare un quadro di trasparenza sulle dinamiche occupazionali in corso che investono i lavoratori della Deluxe”.

Viste le difficoltà che il verbale stilato oggi riscontra con la gravità di gestione del sistema Cinecittà, non è il caso appellarsi al Presidente Matteo Renzi e chiedere, come lui ha suggerito per una azienda italiana come l’Ilva:  un intervento pubblico per rimettere in sesto Cinecittà, difendendone l’occupazione, la qualità artigianale del Made in Italy e la cultura della nostra cinematografia italiana che molti hanno dimenticata.


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