I Lavoratori di Cinecittà ritornano in piazza in via del Collegio Romano, martedì 3 dicembre alle 14.00. L’ultimo incontro con il Ministro Franceschini risale a martedì 28 ottobre 2014 dove si parlò dell’anomalia gestionale dello stabilimento. Sul tema anche i maggiori esponenti dell’ANAC, la storica associazione degli autori cinematografici come Ettore Scola e Ugo Gregoretti si affiancarono ai lavoratori sottolineando al ministro la tragica situazione. Scattarono i primi licenziamenti, il 1 aprile vengono licenziati 4 lavoratori nel laboratorio sviluppo stampa e 40 del settore post produzione andando in cassa integrazione. Il rischio è di perdere 300 mila copie di film in pellicola, un patrimonio. Si chiese un immediato progetto di recupero di Cinecittà partendo dalla sua produzione cinematografica.
Nella serata i lavoratori furono ricevuti dal Segretario Generale del Mibact Antonia Pasqua Recchia e il Direttore Generale del cinema Nicola Borrelli, ai quali fecero presente la criticità dello Studios. Il Mibac ribadì l’impegno di rilanciare Cinecittà con un piano culturale e imprenditoriale, il 25 marzo il Mibac doveva fornire una «tempistica stringente sui prossimi passaggi di confronto». Mentre il ministro Dario Franceschini dichiarò: «Un impegno che non solo valorizzi la sua storia ma che gli restituisca una nuova centra-lità internazionale». A distanza di pochissimo tempo i lavoratori, come avevano previsto, vengono licenziati da un piano graduale della società. Nonostante l’impegno costante dei lavoratori, del Ministro che ha già varato delle grosse agevolazioni per i produttori del Cinema italiano e, vogliamo sottolineare la rateizzazione dei debiti che Cinecittà Studios ha nei confronti dello Stato (Luce), l’atteso accordo per non far scomparire lo storico Laboratorio Sviluppo e Stampa e le sue specifiche professionalità decadono in brevissimo tempo. Ma il “gestore privato” e tutti i soci della IEG sono adatti per rilanciare il Cinema e Cinecittà? Viene il sospetto che Cinecittà deve morire per una maggiore distribuzione del cinema americano. A nessuno interessa ricordare e mantenere la nostra cultura? I nostri politici di sinistra o di destra, non hanno nessun amore per la storia e la cultura di questo paese?