Dopo due anni dalla grande manifestazione del 15 dicembre 2012, quasi completamente sottostimata ed ignorata dai media e dalla stampa nazionale, che vide una marea di gente, un fiume di persone, raccontando numeri che si aggiravano sulle 30/35 mila presenze, Taranto non molla e ci riprova a far sentire la sua voce il 19 dicembre.
E la sua voce, strozzata, che non sa più quanto deve alzarsi sui cori dell’indifferenza che avvolge le nostre vite qui, in una città in cui c’è sempre pronto un decreto per salvare tutto, tranne la nostra salute e quella dei nostri figli.
Due anni sono passati dal 15 dicembre 2012 eppure non è cambiato niente, o quasi niente. Qualche speranza ogni tanto, qualche persona che si interessa di noi, qualche proclama, ma in realtà la situazione è drammaticamente in una fase di immobilità pericolosa, perché i passi indietro si fanno velocemente. I nostri ragazzi lasciano la città per cercare lavoro altrove …e i diritti?
Diritto alla salute, a vivere in un ambiente salubre, al reddito, al lavoro… Tutti negati. Lo Stato e la politica si interessano di questa città per garantire solo la continuazione di una produzione industriale che ha permesso per anni di inquinare impunemente, e si continua sulla stessa strada. Scelte pesanti vengono fatte sulla nostra pelle, decreti su decreti che decretano , giorno dopo giorno, la morte della nostra vocazione vera, quella del turismo, della cultura, dell’arte, della storia di questa città, e ci raccontano che siamo una città d’acciaio, una città che deve pagare questo prezzo.
Per i ragazzi del Movimento studentesco di Taranto, uniti ed impegnati in prima linea nella denuncia del furto del proprio futuro in questo territorio è arrivato il momento di dire: “BASTA, NOI NON CI STIAMO!”
“Taranto ha già pagato il suo contributo con degrado, malattie, perdita di competitività delle imprese sane e chiede per questo il rispetto ed il ripristino delle sue vocazioni ecosostenibili e naturali originali basate sull’ agricoltura, sulla pesca, sulla mitilicoltura, sulla itticoltura, sulla zootecnia, sul turismo, sulla cultura, sull’arte, sulla musica e sullo sport”
Questo si legge nelle pagine dedicate alla manifestazione, e questo mi ha raccontato Antonio Lenti, un bravo ragazzo che vive al quartiere Tamburi, quello che convive più di tutti con la presenza dello stabilimento siderurgico, compagno di molta strada e con una voglia di riscatto che ti coinvolge, che ti fa credere che i nostri ragazzi possono fare più di noi, quarantenni o poco più, che abbiamo lottato e lottiamo, ma che il futuro ci sembra sempre meno chiaro.
Antonio è uno dei ragazzi del Movimento studentesco di Taranto ed è quello che mi ha detto che questa manifestazione ha delle idee per dopo, dopo il 19, dopo che i fari si spengono, dopo la bellezza del camminare uniti, dopo … quando la manifestazione finisce e si deve capire a cosa è servita, a cosa può servire.
Il 19 Dicembre i giovani, gli studenti, i tanti precari, i troppi disoccupati, saranno in piazza insieme alle associazioni, movimenti, comitati, lavoratori, imprenditori e liberi cittadini.
Che cosa si chiederà?
Salute, Lavoro, Ambiente, Risarcimento, Nuove Alternative Economiche “pulite”. Ci si oppone al progetto “Tempa Rossa” e “Sblocca Italia”. No a Temparossa perchè 2,7 milioni di tonnellate di petrolio transiterebbero nel Mar Grande di Taranto ogni anno, apportando un aumento del traffico di circa 90 petroliere, un serio pericolo di inquinamento per il nostro mare e le sue immense risorse , con la probabilità di occupazione di un numero davvero irrilevante, che non risolverebbe comunque il destino di disoccupazione dei nostri ragazzi.
”Sblocca Italia” accelera tutte le procedure che favoriscono le estrazioni petrolifere, in particolare in vicina Basilicata, comportando il flusso di ulteriore petrolio a Taranto, non tralasciando poi le trivellazioni che distruggerebbero l’ecosistema marino, provocando danni inimmaginabili a flora e fauna. Ci sarebbe maggiore rischio di sversamento di petrolio in mare, quindi, un ulteriore danno alle attività legate alla pesca, alla mitilicultura ed al turismo.
SBLOCCAITALIA agevola anche la cementificazione del territorio, la costruzione di inceneritori, la vendita del demanio, riduce il ruolo e i poteri degli Enti locali.
Taranto non ci sta, non ci sta ancora a morire sotto tutti i punti di vista e ce lo dicono i ragazzi, quelli come Antonio, un ragazzo sveglio che ama la sua terra. Il 19 Dicembre dalle ore 17.00 si parte, ci si rimette in marcia fino in Piazza della Vittoria.
Sarà tanta la gente, perchè a difenderla questa città siamo ancora in tanti.
Le associazioni, i movimenti e i comitati che sono tutti invitati a partecipare in questa che è una
manifestazione apartitica , senza simboli e bandiere di partito o sindacali. Potranno tutti scendere in piazza da cittadini, semplicemente perché è un diritto ed un dovere di tutti difendere questa città, che tanto è amata e tanto è martoriata, fatta a brandelli da chi non vive qui.
DifendiAmo Taranto… si… e che quel “ Amo” ci accomuni tutti, una volta tanto, uniti sul serio per progettare insieme da che parte andare.