Un grazie davvero sentito a quante e a quanti hanno partecipato alla nostra assemblea. Non è stato un appuntamento ordinario, perché finalmente siamo riusciti a compiere quel processo di apertura e di inclusione tante volte auspicato dal nostro presidente Federico Orlando. Da oggi articolo 21 non è più solo una associazione di giornalisti, ma un punto di incontro tra realtà differenti e che vogliono lavorare insieme, ciascuna con la sua identità, per tentare di “illuminare” le tante periferie del mondo. Da qui la decisione di promuovere un coordinamento, di scambiarsi materiali e proposte, di sostenere campagne civili su progetti condivisi.
La qualità e la quantità delle adesioni non ha bisogno certo di commenti: Liberainformazione, Tavola della Pace, Rete delle Reti, Premio Morrione, Premio Luchetta, Comitato 3 Ottobre, Unione degli Universitari, Rete degli Studenti, JobNews.it, Confronti, rivista San Francesco, Riccardo Noury, Amnesty Italia, Andrea Iacomini, portavoce Unicef, Giulio Vasaturo, Sportello anti querele, Associazione familiari vittime dell’amianto di Casale Monferrato…e l’elenco è in continuo aggiornamento.
Nei prossimo giorni, Stefano Corradino, il direttore di Articolo 21, procederà alla convocazione del primo appuntamento.
Questa apertura, a tutte le realtà che hanno a cuore la Costituzione e il bene comune, é stata confermata dalla decisione di cominciare ad assegnare il premio Paolo Giuntella per la libertà di informazione ,anche a chi, come Alessandro Gassmann, Carlo Degli Esposti, Riccardo Noury, non è giornalista di professione, ma usa comunque la parola per spezzare il muro del silenzio, della indifferenza, del razzismo, della esclusione sociale.
Ora più che mai è necessario unire tutte le forze per contrastare chi lavora per rialzare gli steccati, per umiliare le differenze, per comprimere il pensiero critico. La nostra assemblea, infine, ha individuato le tre iniziative che dovranno segnare il cammino della associazione nel prossimo semestre.
La prima riguarda la necessità di promuovere una grande manifestazione nazionale contro ogni legge bavaglio. La legge sulla diffamazione, arrivata alla Camera per la terza lettura, sta subendo ulteriori peggioramenti.
Dietro la sbandierata abrogazione del carcere per i cronisti, per altro chiesto dalle istituzioni europee, stanno per passare sanzioni inaccettabili, impossibili omologazioni tra editoria tradizionale e nuovi media, e persino quel quasi nulla che era stato introdotto al Senato, in materia di querele temerarie grazie da un emendamento proposto da Felice Casson, starebbe per essere cancellato.
Qualcuno vorrebbe persino riaprire il capitolo intercettazioni, proprio a qualche giorno dal nauseabondo spettacolo offerto da Mafiacapitale. Se questo é il clima, meglio chiedere l’affossamento della legge, meglio il nulla di quello che rischia di accadere. Per questo parteciperemo a tutte le iniziative che la Fnsi e l’Ordine dei giornalisti decideranno di promuovere.
Allo stesso modo riapriremo la campagna per chiedere che la nuova legge elettorale sia accompagnata dalla risoluzione del conflitto di interessi, dalla definizione di nuove norme in materia di ineleggibilità e di incandidabilità per i corrotti ed i condannati. Non esiste motivo alcuno per non continuare a chiedere oggi quello che abbiamo chiesto agli altri governi, di qualsiasi natura e colore. I governi vanno giudicati sugli atti e, sino ad oggi, questo esecutivo ha ritenuto di ” Non cambiare verso” in questa materia.
Continueremo a sostenere la campagna ” Una nuova carta di identità della Rai”, affinché le decisioni future non siano assunte da pochi, ma possano coinvolgere anche i cittadini che ancora pagano un canone.
Sono già un centinaia gli istituti che hanno aderito alla iniziativa fortemente voluta da Renato Parascandolo e, entro il mese di aprile, convocheremo un appuntamento nazionale e saranno i giovani a presentare le loro ricerche e a porre le domande alla politica, ai professionisti, ai dirigenti della Rai.
Sino ad oggi si è discusso molto di consigli di amministrazione, di modalità di elezione dei direttori generali, di modellini finanziari ed editoriali ; ora sarà il caso di definire la missione del servizio pubblico, le sue nuove finalità e, tra queste, proprio la capacità di ” Illuminare” le periferie, di diffondere i nuovi alfabeti, di promuovere la coesione sociale e di favorire i processi di integrazione e di inclusione.
Su questi obiettivi, complessi ed ambiziosi, Articolo 21 impegnerà tutte le sue forze perché, come diceva il nostro amico Roberto Morrione: “Facciamo quello che si deve, vedremo poi cosa accadrà…”.