BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Sosteniamo chi rischia di essere condannato al silenzio e all’oscuramento

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Illuminare le periferie del mondo e quelle dell’informazione, riaccendere i riflettori su argomenti lontani o dimenticati quali sono oggi le guerre cancellate, i bambini sfruttati, le spese militari, il femminicidio, la violenza contro le donne, le forme di contrasto alla esclusione sociale, al razzismo, alla xenofobia, la denuncia contro le morti sul lavoro, i delitti ambientali.
Raccontare delle malattie che un’intera città può subire a causa delle polveri inquinanti di un porto piuttosto che di una fabbrica o fare il resoconto del business dell’elemosina a discapito di donne e minori, o parlare della tratta delle prostitute che si snoda sotto gli occhi di tutti eppure è invisibile nel suo bilancio economico illegale: è complicato, talvolta è impossibile perché sono storie e notizie che vanno necessariamente «in coda» ai titoli di politica, corruzione o cronaca nera impietosa.

Così qualcuno (più di uno) ha deciso di puntare l’obiettivo mediatico e civico esattamente su queste storie impossibili. E’ l’obiettivo che si pone la rete tra associazioni nata nel corso dell’assemblea di Articolo21 del 13 dicembre e nella quale si ritrovano siti, blog e associazioni che già adesso cercano ogni giorno di tenere accesi i riflettori sugli argomenti che non fanno audience immediata o che non raccolgono pubblicità. Dunque d’ora in poi si metteranno insieme le energie per essere più presenti e ancora più incisivi. Alla rete delle reti hanno aderito subito Liberainformazione, Tavola della Pace, Rete delle Reti, Premio Morrione, Premio Luchetta, Comitato 3 Ottobre, Unione degli Universitari, Rete degli Studenti, JobNews.it, Confronti, rivista San Francesco, Riccardo Noury, Amnesty Italia, Andrea Iacomini, portavoce Unicef, Giulio Vasaturo, Sportello anti querele, Associazione familiari vittime dell’amianto di Casale Monferrato...

E altre adesioni stanno arrivando a dimostrazione di quanto voglia ci sia di rimettere al centro dell’attenzione una serie di problemi dimenticati. Il primo appuntamento operativo per creare un coordinamento e promuovere da subito «campagne civili con l’obiettivo di sostenere e di dare visibilità e forza a chi rischia di essere condannato al silenzio e all’oscuramento» sarà fissato da Stefano Corradino direttore di Articolo 21 nei prossimi giorni.

E una delle prime campagne condivise potrebbe essere quella contro la «legge bavaglio camuffato», così ribattezzata dopo aver letto la proposta presenta in  Parlamento come «legge sulla diffamazione». Il testo mantiene solo uno degli obiettivi originari, la cancellazione del carcere per i giornalisti, ma in compenso in molti suoi aspetti è peggiorativo dell’attuale disciplina e probabilmente, se approvato, potrebbe contribuire oltremodo ad oscurare temi che sono già adesso  difficili da trattare. Ecco perché la campagna per «illuminare le periferie» di Articolo 21 e della rete delle reti potrebbe partire proprio dalla «base» del problema.


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