CAMERA DEI DEPUTATI
AULA DEI GRUPPI PARLAMENTARI
VIA CAMPO MARZIO 78
VENERDI 12 dicembre 2014 ore 10,00
Nel 120.MO ANNIVERSARIO DEI FASCI SICILIANI DEI LAVORATORI, tornano le voci delle contadine e dei contadini che alla fine dell’Ottocento diedero vita in Sicilia al primo movimento organizzato per i diritti del lavoro, e alla prima ribellione antimafiosa dell’Italia moderna e contemporanea. Una pagina di storia nazionale dimenticata in Italia, celebrata in Europa.
Intervengono
Nella Condorelli, autrice, Laura Delli Colli, presidente SNGCI Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Rosanna De Longis, Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, Roma, Alberto Malfitano, docente di Storia Contemporanea Università di Bologna, Giuliano Montaldo, regista
Saranno presenti per il cast Francesco Foti e Enrica Rosso.
Alla proiezione, promossa da parlamentari siciliani nel 120.mo anniversario dei Fasci, parteciperanno anche alcune classi di studenti e studentesse liceali. Con l’intervento programmato di Gabriella Anselmi, presidente nazionale FILDIS, Federazione Italiana Donne Laureate e Diplomate Istituti Superiori.
info: segreteriaribaudo@gmail.com
cell. 335. 8205483 – 389.8989046
1893.l’Inchiesta
L’INCHIESTA riporta alla luce una pagina dimenticata della storia nazionale: le lotte contro lo sfruttamento del lavoro dei Fasci Siciliani dei Lavoratori (1891-1894), nel 120.mo anniversario della repressione militare ordinata da Francesco Crispi che stroncò nel sangue il movimento, considerato dalla storiografia europea secondo solo alla Comune di Parigi, per importanza e numero di iscritti.
Tratto dalla straordinaria inchiesta realizzata in Sicilia nell’ottobre del 1893 dal giornalista più celebre dell’epoca, Adolfo Rossi, nato a Lendinara, nel Polesine, inviato di punta del quotidiano romano La Tribuna, il film documentario racconta contemporaneamente una grande pagina di Storia dimenticata – le rivendicazioni popolari siciliane per la giustizia sociale che, tra il 1891 ed il 1894, scossero l’opinione pubblica italiana ed europea – ed una grande inchiesta giornalistica ed il suo autore, anch’essi ingiustamente dimenticati.
Recuperata nel 1988 da Marcello Cimino per le edizioni La Zisa di Palermo, l’inchiesta di Rossi “L’agitazione in Sicilia. Inchiesta sui Fasci dei Lavoratori”, ed. Max Karontowicz, 1894, è citata da Leonardo Sciascia nel suo La corda pazza.
“Ho voluto rovesciare molti luoghi comuni, il primo in assoluto quello che vuole la gente di Sicilia sempre a testa china”, dice l’autrice Nella Condorelli.
“ L’inchiesta di Rossi, l’unica testimonianza diretta esistente dei Fasci Siciliani dei Lavoratori, rovescia il silenzio che da più di un secolo oscura questa vicenda di lotte collettive per i diritti del lavoro, e illumina proprio quello che la cultura mafiosa vorrebbe cancellare: l’azione consapevole di migliaia di siciliani e siciliane – contadine e contadini, zolfatari, grandi e piccini, schiavi dei latifondi e dei partiti municipali – che nonostante le baionette regie e i campieri mafiosi che gli sparavano addosso, fecero proprie le nascenti idee di riscatto sociale, dando vita al primo movimento italiano organizzato contro lo sfruttamento del lavoro.
Oltre ad essere un documento storico di grandissima importanza – continua Condorelli – che mi ha permesso di ricostruire l’identità del movimento dei Fasci Siciliani dei Lavoratori, trascurato persino dall’ambito accademico quando non ambiguamente male interpretato, l’inchiesta di Rossi contiene informazioni importanti anche per capire i fatti del Novecento e l’attualità. Spero che il documentario possa essere utilizzato anche a scuola, come utile strumento per colmare i vuoti e approfondire la storia nazionale e europea.”.
“La musica del film segue due direzioni, dice Massimo Zamboni, autore della colonna sonora, una – più acustica – che cerca di rendere l’animo del cronista. Rossi nel percorrere in solitaria a dorso di mulo un territorio “altro”, lontanissimo e sconosciuto. La musica cerca di mettere in relazione la forza del paesaggio esterno con l’impressione riflessa nel paesaggio interno del narratore. L’altra direzione cerca di rendere tanto la rabbia dei contadini e lo sgomento nel dover affrontare situazioni intollerabili di vita quanto la consapevolezza della forza del lottare assieme. Mi sono affidato a soluzioni più elettroniche per caratterizzare con suoni tetri, cattivi, questa tensione.”.
“Ho accettato con molto piacere la proposta di musicare le lotte dei Fasci siciliani, realtà di cui, come tanti, sapevo poco o nulla., – aggiunge il musicista, fondatore negli anni Ottanta con Ferretti dei CCCP Fedeli alla linea e poi dei CSI Consorzio Suonatori Indipendenti, gruppi leader nel panorama europeo della musica punk. “La passione collettiva di tutti coloro che hanno partecipato a questo progetto è un segno evidente di come, in questa storia, ognuno di noi abbia potuto intuire i semi – di sfruttamento, di oppressione – da cui è dovuta nascere la nostra storia contemporanea. Comporre musica per documentari è un osservatorio privilegiato attraverso il quale entrare nel vivo di situazioni lontane, sconosciute, obbligandosi a un contatto intimo e pensato.”.
SINOSSI. Nell‘ottobre del 1893, mentre i giornali del continente si limitano a pubblicare brevi dispacci di polizia sugli scioperi dei contadini siciliani che il Governo considera “una questione di ordine pubblico”, Adolfo Rossi, redattore viaggiante per il quotidiano romano La Tribuna, decide di intraprendere un viaggio “controcorrente” nell’Isola, per descrivere in diretta “cosa sta succedendo veramente in quella nostra lontana e sconosciuta provincia.”.
Per più di un mese, viaggiando perlopiù a dorso di mulo “sino ai più remoti paeselli di terra e di montagna”, Rossi raccoglie le voci di contadini e braccianti che chiedono la fine della schiavitù del feudo e nuovi contratti per il lavoro agricolo, i Patti Agrari, considerati dalla storia il primo contratto sindacale scritto dell’Italia capitalista.
A sorprenderlo e affascinarlo sono soprattutto le donne. Rossi le descrive in prima fila nelle dimostrazioni, sprezzanti delle baionette e della morte, “libere di uscire di casa, sole, anche di sera, parlano in pubblico come vere oratrici”.
“Non immaginavo di trovare rozze contadine esprimersi con tale proprietà”, sottolinea in una corrispondenza del 16 ottobre 1893 da Piana degli Albanesi…
Il documentario di Nella Condorelli, con le musiche originali di Massimo Zamboni, ripercorre il viaggio di Rossi “a dorso di mulo” negli straordinari scenari naturali del centro della Sicilia con Federico Price Bruno e il suo mulo Giovanni, per la fotografia di Vincenzo Condorelli (AIC), mentre le tavole animate di Nico Bonomolo reinterpretano ambienti, incontri e situazioni descritti dal giornalista.
Parallelamente e proprio grazie alle informazioni contenute nell’inchiesta di Rossi si sviluppa l‘inchiesta dell’autrice – affidata all’interpretazione in studio di Francesco Foti, Enrica Rosso, Alessandra Costanzo – che ricostruisce il contesto sociale e politico in cui si mosse la vicenda dei Fasci Siciliani, la sanguinosa repressione militare ordinata dal governo e appoggiata dalla mafia dei feudi, il processo di Palermo e la fine del movimento, con sorprese che ne illuminano il senso e ricadono sull’attualità.
I Fasci rivivono nei luoghi in cui la storia si svolse anche attraverso la partecipazione corale della gente coinvolta nella sceneggiatura, donne, uomini, ragazzi, bambini…
Montaggio di Maria Cristina Sansone e Giuseppe Pietro Tornatore
L’Inchiesta
64′ Full HD
Soggetto, sceneggiatura e regia di Nella Condorelli
Prodotto da Factory Film – Società di produzione indipendente
con la collaborazione MIBACT Direzione Generale Cinema – MISE Dipartimento Sviluppo Economico – Assessorato al Turismo Sport Spettacolo REGIONE SICILIANA – Programma Sensi Contemporanei – Sicilia Film Commission
con la collaborazione Archivio di Stato di Rovigo
Con il patrocino della Regione Veneto – Comune di Palermo – Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato