È quanto emerge da un’indagine sui comportamenti degli adolescenti nelle loro prime relazioni affettive, realizzata dall’associazione “Nondasola” di Reggio Emilia. I risultati sono contenuti nel libro “Che cosa c’entra l’amore?”, presentato oggi al festival “La violenza illustrata”
BOLOGNA – Cos’ha a che fare l’amore adolescenziale con la violenza di genere? Tutto, visto che i comportamenti che abbiamo da giovani sono quelli che formano il nostro carattere e ci fanno diventare le persone di domani. Un particolare che non è sfuggito all’associazione Nondasola di Reggio Emilia che ha realizzato un’indagine sui comportamenti degli adolescenti nelle loro prime relazioni affettive. “Quello che emerge – dice Alessandra Campani, responsabile formazione di Nondasola – è che ai ragazzi mancano le parole giuste per descrivere e riconoscere come tali quelli che sono dei gesti violenti. Penso alla frase: ‘se l’è meritato’ o ad altre simili, spesso usate come giustificazioni per aver compiuto determinati atti”. Un lavoro lungo due anni che ha coinvolto 800 studenti, tra i 15 e 18 anni, e che si è concluso con la pubblicazione del libro “Che cosa c’entra l’amore?” che verrà presentato oggi alle 18 alla Libreria Coop Zanichelli (piazza Galvani), all’interno del festival “La Violenza Illustrata”, promosso dalla Casa delle donne per non subire violenza.
Dal’indagine emerge una disparità tra ragazzi e ragazze, dove queste sono le vittime di atteggiamenti aggressivi da parte dei loro fidanzati. Una violenza articolata che si compone non solo di gesti ma anche di parole e invettive. “Abbiamo rivolto una serie di domande per capire come percepivano la violenza entrambi i sessi – continua Campani – : il risultato evidenzia una disparità tra ragazzi e ragazze”. Per i primi, infatti, la violenza consiste in una serie di atteggiamenti di tipo psicologico, un eccesso di gelosia che si tramuta in comportamenti ossessivi da parte del partner, mentre per le ragazze la brutalità diventa un vero stillicidio, tramutandosi in aggressività fisica e psicologica, fino ad arrivare all’umiliazione pubblica. Il passo successivo all’indagine è stato quello di avviare dei focus di approfondimento con i ragazzi dei 4 istituti coinvolti. “Abbiamo scelto 2 argomenti su cui stimolare una discussione: percezione dei comportamenti e costruzione dell’identità di genere – spiega Campani – e ciò che è emerso è che agli adolescenti mancano, a volte, le parole per descrivere e inquadrare degli atteggiamenti come gesti violenti”.
Attiva dal 1999 l’associazione Nondasola si occupa di assistenza per le donne, grazie al centro antiviolenza, e di attività di prevenzione attraverso una serie di incontri organizzati nelle scuole. “In tutti questi anni abbiamo girato molti istituti – conclude Campani – coinvolgendo più di 10 mila studenti. Per noi la violenza di genere si combatte facendo informazione”. I progetti in cantiere per il prossimo anno prevedono una serie di attività rivolte non solo agli studenti ma anche agli insegnanti. “Stiamo preparando insieme all’Università di Modena e Reggio Emilia un corso di formazione itinerante in cui gli alunni saranno gli stessi docenti”. (dino collazzo)