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“Vagando di erba in erba. Racconto di una vacanza in Palestina” – di Patrizia Cecconi

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Edizioni Città del Sole, 2014 

Il libro è dedicato:
“A chiunque abbia cara la Libertà,
e si batta contro ogni gabbia, ogni muro, ogni ingiustizia
senza perdere il piacere di vivere, di ridere, di amare,
di mescolarsi alle stagioni del tempo,
ai profumi dell’aria e ai colori della natura”.

Una poesia di Mahmoud Darwish apre il volume a mo’ di prefazione, come illustrato in poche righe dall’autrice. Segue una breve nota che spiega il senso e lo stile del lavoro. Il volume rappresenta il fedele racconto di un viaggio, scandito giorno per giorno, seguendo un filo verde che si snoda tra campagne, villaggi, città, monumenti, opere d’arte e persone vere, di ogni genere, di ogni condizione sociale e di ogni età. Ma il racconto non è un percorso alla ricerca delle erbe, bensì un viaggio che ha voluto farsi accompagnare dagli alberi, dalle foglie, dai fiori che sono gli stessi che nella letteratura palestinese segnano la strada, come fossero pietre miliari, nella poesia, nella memoria e nella realtà che, nella vita e nella cultura palestinese, è legata alla sacralità della terra. Il viaggio racconta 30 giorni vivi, riportati in 300 pagine che, “vagando di erba in erba” e spiegando l’uso e le proprietà delle piante osservate, vogliono raccontare la Palestina della bellezza e del sopruso come fosse un corpo vivente cui la sofferenza non ha potuto togliere il piacere di ridere e la volontà di vivere. La Palestina dove è bello andare in vacanza anche se agli splendidi mosaici di Gerico fa da contraltare la desertificazione della Valle del Giordano, o al profumo dei gelsomini risponde il gas soffocante dei lacrimogeni e agli olivi millenari dei Getsemani fanno da contrappeso gli oliveti devastati dall’occupante. La Palestina dove la bellezza dei fiori selvatici esplode inaspettatamente come le risate dei bambini dopo uno spavento, e dove spuntano i saber a segnalare che lo spirito degli antichi villaggi è tuttora vivo e parla al viaggiatore che sa ascoltare.

Patrizia Cecconi nasce e risiede a Roma. Dopo la laurea in Sociologia presso l’Università La Sapienza di Roma, tiene per alcuni anni seminari sulla comunicazione, quindi si dedica all’Economia e vince la cattedra di Economia Aziendale per l’insegnamento negli Istituti d’istruzione superiore, dove insegnerà dal 1982 per oltre vent’anni. Interessata all’ambiente e alla natura, verso il 2000 rivolge la sua attenzione allo studio sistematico della botanica e dell’erboristeria ponendo sempre al centro dei suoi lavori il rapporto tra essere umano e regno vegetale, non solo dal punto di vista materiale, ma anche nell’interazione culturale tra l’ambiente e gli umani che lo abitano. Si occupa da molti anni di diritti umani e in particolar modo dei diritti violati del popolo palestinese. Ha curato e pubblicato articoli e libri su temi diversi, ma sempre incentrati sul rispetto e sulla tutela del Diritto universale sia in relazione all’ambiente che alle comunità umane. Dal 2009 è presidente della onlus “Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese”, associazione umanitaria laica che cura principalmente le adozioni a distanza di bambini palestinesi (resi orfani dall’IOF, l’esercito di occupazione israeliano) e la diffusione della storia e della cultura palestinese in Italia, organizzando viaggi di conoscenza in Palestina e iniziative culturali in Italia.


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