Ustione

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Io vorrei vedere te, che abiti in centro, se ti trovassi a casa mia, in periferia, con gli zingari che bruciano  i cavi rubati per vendersi il rame. E la puzza acida del fumo nero che ti entra nelle narici, in casa, si attacca sui muri, sui panni stesi. Io vorrei vedere te, che parli di integrazione, con la polizia che ti dice che non può fare niente, con i vigili che non ci sono, le regole che non ci sono  e la sensazione di essere sola davanti ai neri abbandonati e spaventati che ci spaventano.
Valle a dire a un altro le tue belle parole.  Io sono sempre stata di sinistra, quando la sinistra stava con i più deboli. Ora non voto più e alle sette mi sprango in casa. La mia amica si scusa per lo sfogo e mi saluta. Tu che hai ancora la forza – mi dice abbracciandomi prima di andare – fai qualcosa anche per noi. Io non credo più a niente.
Dopo che è andata via, sento che la sua composta disperazione  mi ha ustionato


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