A parte la morbosità di un cagnolino che sbavando fissa il cono gelato in mano al padrone (sperando che gli cada sì da lapparselo in un boccone) oppure di un feticista guardone o di un bambino cicciotello in adorazione, proprio non ci veniva in mente a chi altri poteva interessare la degustazione del piacevole dessert. Ieri l’abbiamo imparato. Interessa al giornalista che nell’esercizio della sua professione non solo pubblica le fotografie, ma ci aggiunge anche un suo commento: didascalia che già in una classe elementare (quindi neppure in una seconda media di ripetenti) farebbe divertire nessuno, anzi sarebbe accolto da sguardi di compatimento.
Stante i corsi d’aggiornamento obbligatori per i giornalisti, sarebbe interessante conoscere a quali eventi/lectio magistralis/laboratori ecc. s’è iscritto quello lì, guardone di signore che mangiano il cono: etica ed estetica del mastro pasticcere/deontologia di crema e cioccolato/carta dei diritti ricoperti/diritto all’oblio della stracciatella o molto più semplicemente ha capito niente del corso di linguistica? Va a sapere.
Confidiamo che l’Ordine chiarisca quanto prima se non altro per levare quello sguardo spaventato e incredulo dalla faccia dei giovani giornalisti ancor pieni di buona volontà e speranza.