Il quotidiano la Repubblica ha riportatola notizia di una prossima presentazione, da parte del governo,di una proposta di riforma della Rai. In questa bozza, ma ovviamente conterà solo il testo finale, sarebbe previsto l’amministratore delegato con pienezza di poteri, una nuova modalità di nomina del Consiglio e finalmente la definizione di entrate certe, sottratte agli umori e ai rancori dei governi di turno, come peraltro è accaduto in questi anni e in questi mesi, sino alla clamorosa decisione di tagliare per decreto 150 milioni.
Dal momento che abbiamo sempre sostenuto l’ipotesi dell’amministratore delegato e della riduzione delle interferenze indebite, non possiamo che salutare con soddisfazione questo inizio della discussione. Naturalmente bisognerà esaminare il testo, quando ci sarà, riga per riga.
Per ora ci limitiamo a porre alcune domande preliminari.
– La consultazione sarà ampia,trasparente e pubblica o si preferirà la strada del blitz o magari del decreto?
– Saranno coinvolte tutte le forze politiche o si preferirà la via breve della intesa di maggioranza, ancor peggio se allargata al solo titolare del conflitto di interessi?
– La riduzione delle interferenze dei partiti sarà accompagnata anche da una riduzione delle interferenze dei governi?
– Per quale ragione non eliminare del tutto la previsione di un Consiglio di amministrazione, lasciando il compito di indirizzo, (ma non di vigilanza), ad una commissione parlamentare ridotta nel numero, sul modello della commissione che si occupa dei servizi e degli apparati di sicurezza?
– Prima di assegnare nuove funzioni all’Autorita di garanzia delle comunicazioni non sarà doveroso modificarne i criteri di nomina, dal momento che oggi è integralmente espressa dai governi e dalle forze politiche medesime?
Resta inoltre la necessità che la riforma della Rai sia discussa e votata contestualmente alla approvazione delle nuove norme antitrust e di una legge sul conflitto di interessi,legge scomparsa dalle aule parlamentari ,dopo un brevissimo passaggio alla Camera dei deputati.
Se e quando, noi ci auguriamo prestissimo, questa bozza dovesse trasformarsi in una proposta di legge,magari integrata dai disegni di legge di tutte le forze politiche, sarà finalmente necessario aprire la discussione sul tema “oscurato”:
– Quale mandato il Governo ed il Parlamento affideranno al nuovo amministratore delegato?
– Dovrà rilanciare e riqualificare la Rai o dovrà gestirne un progressivo ridimensionamento e magari la svendita dei prezzi pregati?
– Dovrà essere un’agenzia dei governi di turno o tornerà ad essere, nelle mutate condizioni storiche, culturali, tecnologiche la grande agenzia della alfabetizzazione, della inclusione sociale, delle pari opportunità, della promozione dell’ industria dell’audiovisivo nazionale?
Papa Francesco ha parlato spesso di periferie oscurate, di mondi cancellati, di scarti umani dimenticati, questo potrebbe e dovrebbe essere uno degli orizzonti di un possibile piano editoriale, condivisibile anche da non é né papista, né credente. Sin qui la scena è stata dominata dagli esperti di modellini legislativi e finanziari, ora é giunto il momento di tornare a discutere anche del senso e del fine dei servizi pubblici in generale e di quello Rai in particolare, magari coinvolgendo nella discussione anche chi addetto ai lavori non è, ma non vuole rinunciare a dire la sua sui “beni comuni”.
Per queste ragioni rilanceremo con forza il concorso “Una nuova carta di identità per la Rai”, fortemente voluto da Renato Parascandolo, e che ha già raccolto l’adesione di centinaia di scuole in tutta Italia; unico esempio ad oggi di una consultazione sul tema davvero libera,trasparente,pubblica.
Questo materiale, insieme alle nostre proposte sul conflitto di interessi e sulla riforma della Rai, sarà presentato sabato 13 dicembre a Roma, dalle ore 10, nel Salone della Fnsi.
Vi aspettiamo tutte e tutti, con l’augurio che, almeno per quella data, sia finalmente stata depositata l’annunciata proposta di riforma.