Di Alessandro Cardulli
Renzi è in affanno. Vediamo in sequenza. Dall’Europa il presidente della Commissione, Juncker, lo bacchetta di nuovo. Il premier infatti non ha aperto una polemica sulla politica che la Ue sta portando avanti, non ha messo in evidenza che il fiscal compact è un tappo per la crescita. No, attacca perché lui non “accetta lezioni da burocrati”. Ricorre ad un nuovo voto di fiducia sul decreto legge noto come “Sblocca Italia” che entro martedì 11 deve essere convertito in legge. L’annuncio al Senato è stato dato dalla ministra Boschi ed ha suscitato forti proteste da parte delle opposizioni che avevano chiesto, al termine della discussione generale, il non passaggio all’esame degli articoli. Ormai sembra che al premier interessi solo una corsa contro il tempo per approvare entro dicembre la legge elettorale. I contenuti delle leggi sono un optional, jobs act, riforma, o meglio controriforma del lavoro, legge di stabilità, con il voto di fiducia si accelera tutto, si elimina di fatto il Parlamento. Per questo, terzo episodio in ordine di tempo, ha invitato a pranzo Berlusconi con l’obiettivo di rinsaldare il patto del Nazareno e assicurarsi che l’ex cavaliere rimanga sulla sua lunghezza d’onda. Chiede qualcosa? Spera di potersi candidare subito, cambiando la legge Severino? Si vedrà. Il conduttore di Ballarò, Giannini, gli fa rilevare che i suoi partner per la riforma elettorale e per quella costituzionale sono un condannato per frode fiscale, Berlusconi, un rinviato a giudizio, Verdini, rinvio aggiunto per corruzione nell’inchiesta P3, una associazione segreta che puntava a condizionare alcuni organi dello Stato, insieme all’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino… Continua su jobsnews.it