Si e’ svolto un imponente sciopero del giornale radio della Rai. Il 90% ha aderito. Cifra né facile né banale, in tempi di attacco al lavoro e alle organizzazioni sindacali. Le ragioni dell’agitazione sono sacrosante: la perdita di diversi e importanti appuntamenti del Gr2 (abolite le edizioni delle 15,30 e delle 16,30, ridimensionato il “gioiello” delle 19,30; nonché la moria nel Gr3 dopo le 18,45), il disinvestimento su Gr Parlamento. La radio potrebbe avere ben altro ruolo nel e per il servizio pubblico, essendo il medium più flessibile e aperto tra tutti quelli che ci sono offerti. Facile e diretta la crossmedialita’, naturale l’intreccio con la rete, veloce la diffusione sul territorio. Vecchia storia. La televisione ha sempre soppiantato la radio, considerata a torto la sorella minore. Eppure e’ più anziana di trent’anni almeno e -va ricordato- senza di lei la tv non sarebbe mai esistita. Proprio la Rai potrebbe trarre il massimo vantaggio dalla radio, rafforzando spazi informativi e rubriche di talk, queste ultime inflazionate dal video. Che errore ridimensionare il patrimonio dei gr, proprio alla vigilia della nuova concessione con lo Stato. Se mai, andrebbero sperimentate sinergie con le emittenti private, costruendo una griglia quotidiana di straordinaria vitalità, rilanciata dalla rete, a sua volta ripresa dalla voce viva. Ecco, la voce. Quanto e’ forte la comunicazione priva di immagini, per questo più avvolgente, profonda. Attiva il cervello, non lo spegne. C’è da sperare che il gruppo dirigente della Rai ci ripensi. Non si perda un’altra occasione. Solidarietà alla radio, piccolo grande medium è stata data con convinzione dall’iniziativa promossa il 3 novembre scorso dalla Federazione della stampa insieme a Stand Up for Journalism: “Coniugare lavoro con diritti e dignità”. Sciorinati dati terribili sull’occupazione. Nel dibattito, a nome del comitato di redazione della radio, ha parlato Valentino Russo. Bene lo sciopero, ma ora avanti per costruire un progetto di autentico servizio pubblico. La sorte della radio è un indice preciso per valutare le reali intenzioni sottese al dibattito sulla Rai.