Papa Francesco scuote l’Ue: “Senza lavoro non c’è dignità”

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Discorso di raro impatto sociale al Parlamento Europeo. Il Pontefice tocca tutte le principali emergenze e definisce l’Europa malata di solitudine

Papa Francesco scuote il parlamento europeo con un discorso che appare come una vera e propria agenda delle emergenze che assillano il Vecchio Continente. Dalle questioni prioritarie del lavoro, al ruolo della famiglia, alle radici cristiane di questa parte del mondo, fino al tema incandescente dell’accoglienza dei migranti. Un vero e proprio discorso di raro impatto sociale. Francesco, con veemenza ha trattato il tema dell’occupazione: “Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro che lo unge di dignità?. Quale dignità esiste – ha aggiunto ancora Francesco – quando manca la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero o di professare senza costrizione la propria fede religiosa? Quale dignità è possibile senza una cornice giuridica chiara, che limiti il dominio della forza e faccia prevalere la legge sulla tirannia del potere?”. Tanti, troppi, interrogativi per un’Europa che sembra congelata e malata, come ha detto il Pontefice, di solitudine: “Una delle malattie che vedo più diffuse oggi in Europa – ha sferzato il Papa – è la solitudine, propria di chi è privo di legami. La si vede particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro destino, come pure nei giovani privi di punti di riferimento e di opportunità per il futuro. La si vede nei numerosi poveri che popolano le nostre città. La si vede negli occhi smarriti dei migranti che sono venuti qui in cerca di un futuro migliore”. Ma Francesco affronta anche un tema che è motivo di polemiche proprio in queste ore in Italia, dopo la scarsa partecipazione al voto nell’ultimo turno amministrativo regionale, in Emilia Romagna e Calabria, dove meno della metà degli aventi diritto al voto, si è recata alle urne. Un parallelo potrebbe essere fatto su quanto detto dal papa davanti ai Parlamentari Europei: “Nel corso degli ultimi anni – ha infatti scandito Francesco – accanto al processo di allargamento dell’Unione Europea, è andata crescendo la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose. Da più parti si ricava un’impressione generale di stanchezza e d’invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace”. Poi un altro fendente, questa volta alle logiche burocratiche che troppo spesso invadono il campo politico, utilizzando norme tecnicistiche che ampliano le distanze e le incomprensioni tra cittadini ed istituzioni: “I grandi ideali che hanno ispirato l’Europa – puntualizza il Papa – sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni”. E da buon gesuita il Pontefice non poteva non fare un chiaro riferimento alle radici religiose del Vecchio Continente: “Un’Europa che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità, può essere più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente. Non possiamo – ha detto Bergoglio – qui non ricordare le numerose ingiustizie e persecuzioni che colpiscono quotidianamente le minoranze religiose, e particolarmente cristiane, in diverse parti del mondo. Comunità e persone – legge con commozione Bergoglio – che si trovano ad essere oggetto di barbare violenze”. Infine il Papa non ha dimenticato quello che può considerarsi come il primo cimitero d’Europa, il Mar Mediterraneo, in particolare l’area del Canale di Sicilia, dove i migranti periti nel corso di improbabili e drammatiche traversate, sono migliaia: E’ necessario affrontare insieme la questione migratoria. Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!”.  Poi una chiara ed esplicita richiesta a chi dovrebbe governare ed alleviare questi fenomeni devastanti: “L’Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all’immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti. se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro Paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni – causa principale di tale fenomeno – invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti. È necessario – ha infine concluso il Pontefice – agire sulle cause e non solo sugli effetti”.

Da jobsnews.it


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