Intensissimo l’appuntamento dello scorso sabato 8 davanti al Consiglio superiore della magistratura, per Stefano Cucchi: mille candele per illuminare la verità. Articolo 21, intervenendo dal palco, ha illustrato il senso delle firme che si stanno raccogliendo sul sito. Consegnate ad Ilaria e alla famiglia Cucchi. Non ci arrendiamo, il caso va riaperto. Le fotografie terribili, che ci mostrano il corpo di un giovane martoriato e violato, ci raccontano la storia autentica del calvario di Stefano. Lo Stato e’ colpevole e qualcuno dei suoi esponenti ha responsabilità dirette. Il corpo e’ inviolabile, dicevano gli antichi greci. Bene ha fatto il Presidente del Senato Grasso a chiedere a “chi sa” di parlare. L’omerta’ e’ un altro, non meno grave, reato, che fa un male terribile ai cittadini tutti, in particolare a quelli più indifesi. La storia italiana e’ permeata di pagine oscure, di omissioni, di zone non trasparenti, di misfatti. Ecco il senso della mobilitazione: non cedere mai, la verità innanzitutto. Stefano Cucchi va risarcito almeno così, con un incessante lavoro di ricerca e di disvelamento. Sul palco si sono alternate diverse esperienze tragiche e amarissime. Colpi al cuore, pugni nello stomaco. Richiami alle coscienze giuste.
Ed è qui, quando e’ in gioco la vita delle persone semplici e senza potere, che emergono le contraddizioni e le aporie della giustizia. Difendere sempre l’autonomia della magistratura contro attacchi strumentali e tentativi di controllo non significa dimenticare le garanzie dello Stato di diritto. Nel corso della manifestazione delle mille candele, Amnesty international ha rilanciato l’urgenza di varare -finalmente- anche in Italia una legge contro la tortura. Articolo 21 fa propria questa storica battaglia, che rientra nelle priorità dell’associazione. E il nostro sito rimarrà perennemente illuminato per capire, far capire, lottare in modo incessante.