Le attività criminali non si aggiungono al Pil, ma lo danneggiano. Lo dice – finalmente con chiarezza – il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, pochi mesi dopo che l’Istat ha deciso di contabilizzare in addizione le attività criminali nelle sue stime. Sembra la scoperta dell’acqua calda, eppure l’ambiguo iter legislativo al Senato della norma sull’autoriciclaggio, fa capire che il crimine economico e il suo vasto indotto hanno una sponda parlamentare, che depotenzia regolarmente ogni strumento normativo di contrasto. Oppure, come per il ripristino del falso in bilancio, cerca proprio di non farlo realizzare.
Le cifre sono enormi. Truffa, evasione fiscale e corruzione valgono centinaia di miliardi
Un dato già rilevante per il deficit di legalità che evidenzia. Ma che diventa politicamente sensibile se si considera l’effetto eversivo prodotto dalla concentrazione di ricchezza e potere in pochi e oscuri potentati politico-criminali, a discapito della sana crescita economica e della giustizia sociale che un equilibrato sistema fiscale tutela.
Un quadro così drammatico richiede l’impegno di tutti.
Sarebbe incoraggiante vedere il M5S dialogare anche su questi temi, per battere la lobby dei foschi.
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