Ma no, invece no, ancora no! Riposo per le vittime e per i loro cari ancora non ha da essere.
Il disastro ambientale doloso è assolutamente significativo per capire la potenza devastante del “fenomeno amianto”. La scelta dunque di configurare quel reato anziché l’omicidio fu ben centrata tanto che il dibattimento fu definito “processo del secolo”. Non si sceglieva dunque la potenzialità assassina in quanto sostanza cancerogena per ogni vittima che la assorbe, ma la gravità intrinseca ben maggiore del “disastro”, termine che conduce all’irrisolvibile, all’irreparabile per intere collettività, centinaia di vite esistenti oggi ma anche in futuro. Il disastro ambientale è però reato soggetto a prescrizione e il diritto italiano in Cassazione l’ha dichiarato tale estinguendo così la condanna a18 anni di reclusione inflitta al reo, patron Eternit. Si badi, ciò non significa che è innocente e che pertanto è stato assolto. Molto “semplicemente”, siccome il suo aver ucciso non è stato negato, avrà da essere chiamato davanti ad altri magistrati per altri reati. In ogni caso, stante i fatti, oggi è il Paese tutto a essere in lutto, non solo il Piemonte…Al momento le indagini sono già chiuse e gli accertamenti conclusi per qualche centinaio di morti, ma ancora molti si pensa ce ne stiano e purtroppo altri ne arriveranno, sicché si spera di partire presto. Partire per dove? Per la Giustizia, ovviamente.
La signora Romana è vedova di Mario, ex operaio Eternit di Casale Monferrato, è sorella di Libera, è zia di Giorgio, è cugina di Anna ed è madre di Maria Rosa. Romana vive ancora mentre tutti gli altri nomi appartengono ai (suoi) morti per mesotelioma! Romana ha 85 anni, forse il cancro non l’ha presa perché (perfino lui!) ha avuto pena di lei concedendole il diritto di vivere? Probabilmente del diritto di vivere poco le cale, figuriamoci cosa gliene può fregare dunque del diritto alla prescrizione! Una cosa sola è certa: lei vive ancora per ottenere Giustizia.