Firmiamo la petizione al Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, per dare un ulteriore impulso alla lotta alle mafie, a livello di istituzioni europee. Infatti, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulla confisca dei beni proventi da reato, la proposta di regolamento per l’istituzione di una Procura europea e le risoluzioni contro la criminalità organizzata, il riciclaggio e la corruzione. Con questi atti si è evidenziato, nell’Unione europea, il pericolo della criminalità organizzata per l’economia, la società, le istituzioni democratiche. Le mafie – lo abbiamo imparato – sono un fenomeno globale, perché in tutto il mondo vi sono pezzi di classi dirigenti che perseguono l’obiettivo dell’accumulazione illecita e del controllo dei processi decisionali, facendo ricorso a metodi criminali.
Questi sistemi di potere economico-politici, conditi con salsa criminale, sono radicati in Africa, in Centro e Sud America, in Europa dentro e fuori l’UE ed in Asia. Dalle mafie nigeriane a quelle messicane, da quelle albanesi a quelle russe, da quelle rumene a quelle cinesi. Prima pensavamo che l’Italia e l’Europa fossero terreno di conquista esclusiva delle storiche mafie italiane. Poi, l’anno scorso, la Commissione europea ha realizzato il primo rapporto sulla corruzione nell’UE. La corruzione è un fenomeno spia della penetrazione degli interessi mafiosi, in particolare nell’economia pubblica ma, anche, in quella privata. Ebbene, il rapporto della Commissione europea stimava in 120 miliardi di euro l’anno il costo della corruzione. Il 50% del totale “fatturato” in Italia e l’altra metà nei restanti Stati membri e non è poco. Sempre l’anno scorso, un rapporto di Europol ha calcolato che operano nell’UE circa 3.600 organizzazioni criminali e, molte di queste, hanno legami organici con le mafie. Uno studio di TransCrime, il Centro studi sul crimine transnazionale dell’Università Cattolica di Milano, evidenzia come nell’UE fanno affari le mafie di tutto il mondo.
Scrive Roberto Saviano che … La Grecia da molti anni vive un’aggressione criminale che l’Europa e i governi greci hanno sottovalutato … Anche dietro la crisi spagnola ci sono anni di potere dei capitali criminali, di assenza di regole, di contrasto soltanto ai segmenti militari delle organizzazioni. Oggi la Spagna è colonizzata da gruppi criminali autoctoni (i galiziani, i baschi e gli andalusi) e da organizzazioni straniere (italiane, russe, colombiane e messicane). Nino Amadore, commentando lo studio di Transcrime, aggiunge che la presenza e gli investimenti delle mafie italiane spazia dalla Romania all’Albania, dal Portogallo alla Spagna, dalla Francia alla Svizzera, dalla Germania al Regno Unito. Per non farci mancare niente, le mafie cinese e russa investono in Italia, Francia, Germania, Olanda e Regno Unito. Se queste sono le premesse, allora l’antimafia deve internazionalizzarsi.
In questa direzione va la petizione lanciata dal Centro Pio La Torre, Articolo 21 e Libera Informazione, che chiede al Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz di armonizzare le norme di incriminazione a livello europeo, d’introdurre il reato di partecipazione ad una organizzazione criminale e di uniformare le norme e le misure di contrasto dei reati di riciclaggio, autoriciclaggio, falso in bilancio e corruzione, attraverso l’istituzione di una Commissione Parlamentare Speciale Antimafia e Anticorruzione e della Procura Europea Antimafia. Ho firmato la petizione, anche perché Libera è impegnata, da anni, a livello internazionale e, in particolare nei confronti delle istituzioni e degli Stati membri dell’UE, per promuovere strumenti efficaci di contrasto alle mafie e di sostegno alla società civile responsabile. Non per menar vanto ma la Direttiva europea sulla confisca dei beni ai mafiosi è, anche, il risultato della nostra azione. In occasione delle ultime elezioni europee, sulla scorta di quanto fatto in quelle politiche del 2013, abbiamo lanciato la campagna contro la corruzione “Restarting the Future”,sottoscritta da oltre 200 mila cittadini e cui hanno aderito oltre 60 parlamentari europei eletti. Questi parlamentari hanno assunto alcuni impegni. Quello di istituire un intergruppo parlamentare sui temi della trasparenza, della corruzione e del crimine organizzato. L’intergruppo ha in agenda l’adozione una Direttiva Europea sul whistleblowing, per proteggere coloro che nell’Unione Europea segnalano i fenomeni di corruzione. I Paesi con sistemi di protezioni innovativi delwhistleblowing già in atto, hanno prodotto risultati tangibili. I parlamentari sono impegnati affinché il 21 marzo sia dichiarato “Giornata europea della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia”. Per un’azione effettiva ed efficace sui beni delle organizzazioni criminali, noi di Libera sosteniamo la creazione di uno strumento giudiziario europeo che permetta la collaborazione transfrontaliera sulla confisca preventiva, superando i conflitti tra legislature nazionali e procedure nazionali, non sufficientemente coordinate e l’estensione e lo sviluppo della previsione legislativa europea a partire dal “riutilizzo sociale dei beni confiscati”.
Infine, in piena sintonia con l’appello, seguendo gli indirizzi del Parlamento europeo, chiediamo l’attribuzione di maggiori competenze a Europol ed Eurojust in relazione alla lotta al crimine organizzato e l’istituzione di una Procura Europea, come proposto dalla Commissione Europea nel luglio 2013. Ciò contribuirebbe a contrastare la sensazione generale di impunità tra i colpevoli. Vorrei, prima di concludere, fare un riferimento all’attualità. L’Unione Europea sta attualmente rivedendo la terza Direttiva Antiriciclaggio. L’adozione dell’approccio generale del Consiglio era stata programmata per Maggio 2014, ed è stata finalmente concordata per il Giugno 2013 sotto la presidenza Greca. Noi concordiamo con la proposta di Transparency International: La normativa europea sul riciclaggio ha bisogno di essere rinforzata, e sono richieste maggiori informazioni, in modo che la sorgente dei fondi possa essere meglio identificata. Le informazioni su chi realmente possiede e controlla le società, le trust ed altre strutture giuridiche devono essere messe a disposizione del pubblico attraverso dei registri, in tutta l’UE. Il Parlamento Europeo ha votato a Marzo la prima bozza del progetto di legge, e ha passato il testimone al Parlamento. Gli europarlamentari eletti il maggio scorso avranno qualcosa da costruire.
Come Libera, chiediamo l’applicazione della legislazione esistente sul riciclaggio, che le informazioni fornite da aziende ed altre strutture con riconoscimento legale in UE, siano disponibili su registri pubblici in un formato open-data, chiediamo di poter accedere alla discussione per ottenere un consenso sull’istituzione obbligatoria di registri pubblici in tutta l’UE ad accesso pubblico come parte della Direttiva finale dell’UE. Infine, come ben sappiamo, le organizzazioni criminali sono spesso coinvolte in crimini ambientali. Il “crimine ambientale” definisce degli atti che violano la legislazione di protezione dell’ambiente e causano danni significativi o rischi per ambiente e per la salute umana. Questo include emissioni illegali o la diffusione di sostanze nell’aria, acqua o terreno, il commercio illegale di fauna selvatica e la dispersione di sostanze che distruggono l’ozono e lo smaltimento illegale di rifiuti.
Per questo, domandiamo il rafforzamento delle sanzioni esistenti che non sono sufficientemente vincolanti, al fine di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente in tutta la Comunità Europea e, partendo dalla definizione stessa di “Eco-crimini” o “crimine ambientale”, chiediamo il riconoscimento e il monitoraggio di questa forma emergente della criminalità organizzata transnazionale, che richiede un’analisi approfondita e risposte meglio coordinate a livello nazionale, regionale e internazionale. Questa, in sintesi, l’Agenda europea di Libera, che porteremo avanti nei prossimi mesi, non solo in Italia ma in tutta l’UE, a partire dal 9 dicembre, giornata internazionale della lotta alla corruzione, quando don Luigi Ciotti la presenterà a Bruxelles alla stampa, alle Istituzioni e ai Parlamentari europei.
* Franco La Torre, presidente di FLARE – Freedom, Legality And Rights in Europe