Il giorno non ha molta importanza, è solo una data, come tante, in cui ci si può raccontare ciò che accade da tanto, quasi da sempre, nel sito di interesse nazionale di cui non interessa a nessuno, tranne che a noi, tarantini che Taranto ce l’abbiamo nel sangue, col suo mare, le sue lotte, la sua voglia di rialzarsi ad ogni calcio nello stomaco ricevuto. E qui ai calci siamo stati abituati.
Taranto continua ad essere la città dell’acciaio, dei progetti che non decollano, della gente che si lascia vivere, o che decide di finirla, gettandosi dal lungomare, un tempo luogo di passeggiate, di concerti sulla Rotonda, di risate e di spensieratezza. Oggi divenuto il simbolo della rassegnazione, della disperazione, per gli innumerevoli suicidi che si stanno verificando proprio lì, proprio sul mare, proprio dove, affacciandoti, il fiato si ferma in gola per quanto bella è la mia città.
Il 31 ottobre c’è stata partita solidale tra Nazionale Italiana Cantanti e Nazionale Italiana Magistrati, preceduta da un convegno, “Il Sud Italia: grande piattaforma del Mediterraneo”, per portare l’attenzione sui problemi sanitari e sociali del Sud, e di Taranto, in particolare.
E’ stata una giornata dedicata alla solidarietà con i due eventi promossi da Conad con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sui problemi di una grande città industriale che, come molte altre realtà del Mezzogiorno, vive un profondo disagio sociale e economico. Riflessioni sul ruolo economico e sociale del Sud, nella città pugliese sede di uno dei porti industriali e commerciali più importanti del Mediterraneo, del polo siderurgico più grande d’Europa, ma tristemente nota perché la città dei veleni emessi dalle industrie del territorio.
La Nazionale Italiana Cantanti, da sempre sensibile alle tematiche riguardanti la salute, è scesa in campo allo stadio Erasmo Iacovone per affrontare la Nazionale Italiana Magistrati nella partita solidale “”. L’occasione era dare un aiuto concreto alla città. I proventi della partita erano da devolvere a due onlus che operano nel settore socio sanitario. La Fondazione Ant, che da oltre trent’anni fornisce assistenza gratuita a domicilio ai malati di tumore operando inoltre nel campo della prevenzione oncologica, e l’Associazione Iris Pcr-Og-Onlus, che dal 2005 garantisce un impegno continuativo nell’ambito dell’assistenza sociale, sanitaria e psicologica ai pazienti oncologici.
Erano finalità solidali a cui Conad e Nazionale Italiana Cantanti si erano impegnati per fornire il proprio sostegno ad una città in ginocchio, in cui il cancro è una realtà parallela ad uno sviluppo industriale che sviluppo non è più.
Ma la città, divisa da tempo da mille polemiche, di mille associazioni ambientaliste che camminano su percorsi simili, ma che non si incontrano quasi mai, che cerca unità, ma che stenta a credere ancora che la strada davanti sia solo quella fatta insieme, pensata insieme, studiata insieme, da percorrere insieme, ha risposto poco, facendo vincere chi della città ne vuole la morte.
I biglietti sarebbero dovuti finire tutti e l’incasso integralmente devoluto a queste due egregie associazioni, che del cancro hanno persone e storie, oltre ai numeri. Invece, poca gente, e a vincere sono stati quei coraggiosi “Tifosi della prevenzione” che in curva hanno tenuto uno striscione che guardava in alto, a cui guardavano i calciatori che cercavano di fare onore ad una chiamata, che incoraggiavano i cantanti e i magistrati che erano lì, solo per noi, per tutti noi. Un’occasione mancata, una delle tante, forse perché Taranto è anche questa, si abbatte e poi si rialza, si chiude e poi si riapre. Lotta, manifesta e poi, s’arrende un po’ ogni giorno, un po’ di più.
Finisce 2 a 2 una partita, che voleva essere per la vita, ma di quel risultato poco importa, e dei tanti volti dello spettacolo, mi resta il sorriso di Rocco Hunt, che canta della terra dei fuochi, dal destino accomunato al nostro, che mi saluta con “ e chest è”..si, e questo è…tutto.
E questo è un giorno di novembre, in cui avrei voluto raccontare di una strada davanti, da percorrere insieme a chi ci crede ancora. D’una strada che allo Iacovone doveva portare tutta la città, come quando la squadra di calcio, di serie D, chiama e tutti accorriamo lì, come se giocassimo in serie A, e perdiamo la voce, perché nei colori rossoblu ci crediamo, che ci piace sognare sia in salita, come una vittoria del Cus Jonico Basket, serie B, che sogna e fa sognare al Palamazzola, che di sport è fatta anche la vita, e dei suoi valori, di una squadra che vince solo se gioca insieme, se fa gruppo, se nell’unità di forze ed intenti crede.
Forse un passo è stato fatto, qualche giorno fa, nel voler capire tutti, amministrazione compresa, che Taranto deve intraprendere un percorso diverso. In un consiglio comunale di qualche giorno fa, infatti, c’era l’approvazione della variante al Piano Regolatore del Porto, che formulata in questo modo, escludeva il prolungamento del Pontile Petroli Eni e la realizzazione di due serbatoi, funzionali all’insediamento petrolifero Tempa Rossa sul nostro territorio, insediamento che divide ancora e sempre la città tra chi crede nel miracolo occupazionale, che non s’avvererà, se non nel numero esiguo di una manciata di posti di lavoro, e chi invece lotta perché Taranto non debba ancora pagare in termini di inquinamento ambientale. La discussione è stata lunga e la votazione della delibera ha creato una vera spaccatura all’interno della giunta comunale, ma alla fine è passata con soli 15 voti favorevoli.
Intanto Peacelink intende chiedere con un comunicato dei chiarimenti al Commissario straordinario per l’Ilva, il Dott. Piero Gnudi, in merito al Rapporto di Sicurezza di Ilva S.p.a. il cui ultimo aggiornamento risale all’ottobre 2008. In virtù del D.Lgs. 334 del 1999, nello specifico art. 8, il rapporto in questione andrebbe riesaminato con cadenza quinquennale, ricordando che il Rapporto di Sicurezza è un elaborato tecnico, i cui contenuti in Italia sono definiti per legge dal DLgs n°334 del 1999 (“Legge Seveso”), che serve a individuare all’interno di uno stabilimento quali sono gli eventuali incidenti rilevanti possibili e quali sono le misure di sicurezza e di prevenzione adottate per prevenirli.
Sono state chieste informazioni in merito all’ufficio Servizio Rischio Industriale della Regione Puglia, che ha risposto come segue:
“Agli atti di questo Servizio risulta che l’Edizione del Rapporto di Sicurezza della società Ilva SpA validata dal Comitato Tecnico Regionale Puglia (C.T.R.) è quella del 2008. Per quanto riguarda invece l’edizione del 2013 si comunica che la stessa è oggetto di valutazione del C.T.R. (art.21 del D.Lgs. 334 del 1999 e smi.)”.
Si sottolinea, inoltre, che le versioni dei Rapporti di Sicurezza consultabili on line per il pubblico sono inaccessibili poichè il Portale Ambiente della Regione Puglia è in manutenzione già da alcuni mesi.
Peacelink, dunque, che se tale situazione disattende la direttiva europea 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose conosciuta come Legge Seveso II e per quale motivo, ad oggi, l’edizione 2013 del Rapporto di Sicurezza Ilva SpA è ancora al vaglio del C.T.R.
Taranto, e la sua strada davanti, che non è fatta di acciaio, deve trovare il modo per rialzarsi, a partire dalla ricerca di unità, perché non tutte le occasioni vadano perdute, perché alcuni treni passano adesso e forse non si potrà salire alla prossima stazione, perché, la prossima non sia una fermata, ma una ripartenza vera.
*L’ immagine di copertina è di Luciano Manna, le altre all’interno sono di Massimo Todaro e Francesco Manfuso