La scomparsa di Franco Giustolisi, giornalista prestigioso e straordinario, lascia un vuoto in tutti noi. E si, perché non c’è alcuna retorica nel dire che alcune qualità di Franco sono difficilmente riproducibili. Innanzitutto , la capacità di cercare sempre e comunque la verità. E’ grazie al suo incredibile lavoro che fu riaperto dalla Magistratura militare l’armadio della vergogna, quello in cui stavano chiusi e sepolti i procedimenti su tante stragi naziste rimaste senza colpevoli. Pensate: S. Anna di Stazzema, Marzabotto, per citarne alcune tragicamente note. Uscì un libro sull’argomento nel 1996, che fece storia e giurisprudenza. Basterebbe questo per ricordare Giustolisi, ma gli faremmo un torto. Paese Sera, L’Espresso, in particolare, l’hanno visto protagonista costante, insieme al suo fraterno collega Per Vittorio Buffa. Un’epopea, una lectio magistralis di rigore e qualità, di coerenza e di coraggio. Se leggesse queste note Franco ci urlerebbe dietro, dicendoci di non perdere tempo. Burbero benefico si usa dire. Di più. Vero caposcuola, che non muore mai. Nell’assemblea del prossimo dicembre Articolo 21 ricorderà insieme alla figlia Livia uno dei grandi del giornalismo.