Ecco il retroscena del tutto inventato dell’ultimo colloquio tra Berlusconi e Renzi.
B – Ma sì, dai Matteo, fai quello che vuoi sulla legge elettorale. Lo sai che a me non interessano né le soglie né il premio. Certo, dovrò metterti qualche bastone tra le ruote, se no quel Fitto mi arma un casino che non finisce più. Te l’ho già detto e te lo ripeto: io voglio solo la grazia dal prossimo presidente della Repubblica, poi fai come vuoi.
R – Allora facciamo così: usciamo con una dichiarazione comune che mostri intesa su alcuni punti e lasci gli altri aperti. Così dimostriamo che il patto del Nazareno regge, ma senza dare l’idea dell’inciucio. Ci prendiamo i capilista bloccati, per sceglierli noi, però mettiamo le preferenze per gli altri, tanto per calmare la base. Che ne dici?
B – E la grazia? Io sono stanco di avere la nuda proprietà di Forza Italia, voglio tornare a fare politica, altrimenti non riesco a difendere le mie aziende, tanto più adesso che gira lo squalo di Sky.
R – Contaci. Appena Napolitano se ne va, troviamo una bella testa di legno da mettere al Quirinale che fa quello che dico io. L’ho già detto a Verdini che questo non è un problema, ma voi mi dovete coprire sul Jobs act e sull’Italicum.
B – Matteo, io ti appoggio, ma niente scherzi. Mi devi promettere che se votiamo la legge elettorale, non andiamo ad elezioni anticipate, perché per me sarebbe la fine. Me lo prometti?
R – Silvio, stai sereno…
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