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Il DIABETE può portare all’isolamento?

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Diamo il via alla pubblicazione di una nuova rubrica di Tiziana Uras, biologa nutrizionista. L’alimentazione è un argomento attuale e di pubblico interesse. Questa rubrica affronterà il tema delle ricette tipiche, di tutto che è legato al mondo della salute, delle patologie, dell’abuso di  sostanze, facendo sempre riferimento alle loro implicazioni sociali. 

di Tiziana Uras

Spesso nel mio lavoro mi capita di incontrare persone con diverse patologie; Si è presentata una mamma con un bambino di 8 anni diabetico, che ha un grande desiderio quello di poter mangiare una torta di compleanno come tutti i suoi coetanei, visto che tra poco compirà gli anni. Mi sono messa subito all’opera e ho trovato una ricetta semplice e veloce che la mamma potesse fargli;

Torta al cioccolato. Ingredienti:

– 100 gr di farina 00
– 50 gr di cacao amaro
– 150 gr di yogurt magro
– 100 gr di fruttosio o 170 gocce di dolcificante liquido
– 35 gr di farina di cocco o di nocciole
– 1/2 bustina di lievito per dolci
– 3 uova
– 150 gr di cioccolato fondente con dolcificante

Procedimento: Sbattere le uova, aggiungere il dolcificante e lo yogurt, poi la farina setacciata con cacao e lievito; Imburrare uno stampo da 22 cm e cuocere per circa 30 minuti a 170°C. Lasciar raffreddare e ricoprire col cioccolato sciolto e poi con monpariglia.

Appena consegnata, vista la faccia sorridente del bambino, mi sono chiesta se il diabete possa portare all’isolamento di una persona? Questa patologia, il cui termine deriva dal grecoδιαβαίνειν”, che significa “passare attraverso”, nota come diabete mellito, è caratterizzata da un’elevata concentrazione di glucosio nel sangue. Vi sono due forme di diabete: di tipo I e di tipo II. Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune, caratterizzata dalla distruzione delle cellule beta pancreatiche, secernenti insulina, ormone ipoglicemizzante. La nostra isola, assieme alla Finlandia, ha la più alta incidenza al mondo di DM1, che, in genere, insorge dai 0 ai 14 anni. Le stime di incidenza si attestano in Sardegna attorno a 130 nuovi casi l’anno per 100.000 residenti. Il diabete di tipo 2, detto anche diabete non insulino-dipendente o diabete dell’adulto, è, invece, una malattia metabolica, caratterizzata da glicemia alta in un contesto di insulino-resistenza e rappresenta circa il 90% dei casi; L’obesità è considerata la causa principale di questa patologia nei soggetti che sono geneticamente predisposti. Quando una persona si trova di fronte alla diagnosi di diabete, la prima difficoltà da affrontare è proprio l’accettazione della malattia stessa, che incide su tutti gli aspetti della vita: studio, lavoro, amici, tempo libero, abitudini alimentari ecc. Spesso si tende ad isolarsi e ad essere isolati. Questa malattia, per quanto drastica che sia, non è da vedere come un handicap ma bensì come uno stile di vita da accettare.  Il successo del trattamento, che comprende un’alimentazione corretta, un’attività fisica regolare e una terapia basata su antidiabetici orali o insulina, dipenderà  dalla capacità del paziente di riuscire a mediare fra le sue esigenze, le sue abitudini e il nuovo stile di vita che gli viene consigliato. I diabetici, che seguono costantemente queste raccomandazioni, avranno una vita normale e longeva; Di conseguenza, si avrà una diminuzione di ricoveri ospedalieri con una riduzione della spesa sanitaria pubblica, di casi di depressione con un minor numero di disagi sociali nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle nostre realtà quotidiane.

 


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