Il Coordinamento delle Associazioni di stampa per un sindacato di servizio respinge con forza gli attacchi che, su alcuni organi di stampa e su parte del web, hanno preso di mira il nostro Istituto di previdenza in un momento particolarmente difficile per tutta la categoria. Attacchi che anche in passato hanno tentato di minare l’autonomia dell’Inpgi facendo il gioco di chi vorrebbe mettere le mani sul patrimonio dei giornalisti italiani oggi valutabile attorno a 2 miliardi e 700 milioni di euro, a garanzia delle pensioni, non scalfiti dalla crisi proprio per l’attenta e ottima gestione finanziaria portata avanti dall’Istituto e in primis da tutto il Cda e dal suo Presidente Andrea Camporese. E non è un caso forse se ad essere sotto attacco è proprio la gestione finanziaria dell’Istituto, la cassaforte dei giornalisti italiani, che ancora oggi permette all’Inpgi di chiudere il bilancio 2014 in attivo, nonostante il forte sbilancio tra contributi e prestazioni erogate. In questo contesto il Capss esprime una profonda preoccupazione per il caso Sopaf-Inpgi al centro di un’inchiesta giudiziaria che vede indagato per truffa il presidente dell’Inpgi. Siccome, secondo quanto è stato riferito in una nota ufficiale dallo stesso presidente Camporese, tutte le procedure dell’investimento sono state monitorate dagli organi interni, tra i quali il collegio sindacale dove siedono oltre ai rappresentanti dei giornalisti anche quelli dei ministeri vigilanti, Lavoro e Economia, il Capss ritiene che non sia immaginabile nemmeno lontanamente che il Presidente abbia collaborato a truffare l’istituto, sempre che il reato di truffa sia effettivamente stato consumato. Peraltro, come sostiene anche l’Inpgi, l’investimento sulle quote Fip è stato uno dei migliori dal 2003: ha reso il 9,53 per cento e ha portato nelle casse dell’Istituto 10,7 milioni su 30 investiti.
Il Coordinamento delle associazioni di stampa per un sindacato di servizio, nell’esprimere solidarietà al presidente Camporese e a tutto il Cda, auspica infine che l’intera categoria, rappresentata dalla Fnsi, sappia, in questo momento delicato, esprimere unitarietà e coesione a difesa del proprio ente di previdenza e dei suoi vertici.