80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Trattativa, il grande ricatto

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L’argomento Trattativa  che tanti, nel nostro amato Paese, avrebbero voluto tenere da parte è stato invece affrontato nel colloquio-deposizione del presidente della repubblica Giorgio Napolitano con i membri della Procura della repubblica di Palermo.  E questo è stato- senza dubbio alcuno-un bene in un Paese come il nostro, zeppo di segreti più o meno indicibili, che continuano ad accumularsi sulle scrivanie malinconiche di noi-studiosi del passato-più o meno prossimo.  Ma i problemi-bisogna dirlo con chiarezza  in questa occasione-rimangono almeno due problemi che mi sembra necessario sottolineare sia pure in maniera sintetica.  Il primo è che l’atteggiamento di Cosa Nostra, in quel mo mento tragico che va dalla strage di Capaci il 29 maggio del 1992 a quella di via D’Amelio il 19 giugno dello stes so anno, è di vero e proprio ricatto nei confronti del governo Andreotti e in definitiva dello Stato italiano di cui quel governo rappresentava l’espressione di Esecutivo,  grazie alla maggioranza parlamentare ottenuta.

Un’espressione quella del ricatto che sui quotidiani della penisola abbiamo trovato poco o nulla ma che rispecchia la condizione in cui si trovarono i ministri della repubblica come i capi militari e politica che collabora vano con il governo in carica.  Il secondo è quale fu il prezzo che lo Stato italiano ha pagato allora e successivamente per superare la grave difficoltà che si è presentata in quella circostanza. Con la revoca o l’attenuazione del regime speciale (decreto Scotti-Martelli)  che venne convertito in legge soltanto  il primo agosto, dopo essere stato varato già  il 6 giugno di quell’anno per l’emozione suscitata dalla strage di Capaci e dalla morte di Giovanni Falcone, di sua moglie  Francesca Morvillo e di tutte le persone(5) che ne formavano la scorta)? Anche su questo punto,nè il presidente della Repubblica né i documenti finora consultati hanno fatto piena luce. Ed è questo che angoscia ancora non soltanto chi scrive ma i parenti delle migliaia di vittime delle mafia e tutti quelli che insegnano o studiano la nostra tormentata storia successiva alla caduta del fascismo mussoliniano.


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