Parlare di Isis e di pace con Flavio Lotti (Tavolo della Pace) è sempre una sfida ai luoghi comuni. A chi pensa che i bombardamenti siano i guanti tecnologici con cui si maneggia il male e gli armamenti un’industria come un’altra. L’unico momento di durezza dell’organizzatore della Marcia della Pace (19 Ottobre Perugia-Assisi) nell’incontro pubblico si è verificato quando qualcuno lo ha definito un idealista sognatore.
“Chi lavora per la pace – ha reagito Lotti – deve essere realista, cioè capace di leggere i dati della realtà. E il dato obiettivo è che le guerre si prevengono o si provocano in tempo di pace. Eliminando le ingiustizia in cui fermentano e si diffondono gli integralismi. Per gli interventi militari in Iraq, Afghanistan e da ultimo contro l’Isis sono state spese cifre enormi ma non hanno risolto i problemi che c’erano prima dei conflitti. Mentre la cooperazione internazionale fa fatica a trovare i finanziamenti necessari ad alleviare i bisogni delle popolazioni più esposte ai conflitti, ma potrebbe depotenziare le tensioni che spingono migliaia di giovani a fare i jiadhisti”.
“E infatti – ha aggiunto Andrea Manculli del PD e capo delegazione italiana alla Nato – i grandi paesi del medio Oriente che aspirano a diventare le potenze di riferimento dell’area, mandano fiumi di soldi per curare e sfamare gli abitanti dei villaggi più poveri, ma poi creano una scuola coranica per indottrinare i giovani. Ma la prevenzione bellica non interessa e lo dimostra il silenzio dei media al recente incontro di tre giorni a Catania tra esperti europei e del medio Oriente sulle emergenze militari. Il fatto è che gli Usa con l’autosufficienza del petrolio si stanno disimpegnando dal medio Oriente, loro storico fornitore, ma l’Europa non decide ancora di coprire questo vuoto, per accompagnare la ricomposizione di nuovi equilibri geopolitici “
Molte le domande che hanno fatto emergere anche punti di vista molto divergenti.
Al mio turno, ho detto che se non si risolve il conflitto israelo-palestinese ci sara sempre una fabbrica di frustrazione per la cultura araba, che impedirà all’Occidente di essere credibile come mediatore e agli islamici moderati di prendere le distanze dalle violenze inumane dei nuovi califfi. Altri hanno posto l’accento sugli interessi russi e cinesi. Tutti hanno denunciato i ritardi della UE nell’assumersi un ruolo guida nel mediterraneo e nel prendere posizione nella vicenda dell’Ucraina, per i condizionamenti provocati dalla dipendenza energetica.
Me ne vado a tarda sera dalla sede del PD di Via dei Giubbonari, grato verso chi ha organizzato l’evento, nell’ambito dei “mercoledì delle associazioni”, dove il Circolo incontra ogni settimana chi s’impegna su temi specifici. Un bell’esempio, in tempo di discussione tra iscritti ed elettori, per dimostrare che militanti e società civile possono collaborare, purché ci sia la voglia di ascoltarsi e impegnarsi insieme.
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