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Politica e social, chi di fake ferisce, di fake perisce

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Chi di fake ferisce, di fake perisce. I profili falsi infatti possono essere una vera arma a doppio taglio per la politica. Parlamentari, ministri e candidati vari ci hanno infatti abituato alla presenza di falsi profili tra i loro amici di Facebook e i follower di Twitter.  Un modo per aumentare la percezione del proprio consenso all’esterno.

Ma nell’ultimo periodo si è affermata una nuova tendenza. Questi falsi profili, questi fake, possono rivelarsi un boomerang dagli effetti imprevedibili. Non mancano infatti i fake di satira, che si spacciano per un personaggio politico, prendendolo in giro. Se ne contano tanti a sinistra, un po’ meno a destra. Spesso i fake sono divertenti, spesso dissacranti. Però non si può fare finta che Oscar Wilde non abbia ragione col dire “Bene o male, purché se ne parli”. Lo stesso che si verificava con i comici. Il solo prendere di mira un politico significava renderlo noto al grande pubblico.

Bersagliare con la satira i politici, anche su Twitter, resta comunque uno sport nazionale e che da anche risultati. Nei primi tre migliori fake premiati al Tweet Awards 2014 due erano di politici. Dietro a Iddio, ormai diventato un fenomeno di costume, c’erano infatti Gianni Kuperlo e Renzo Mattei.

Il profilo di Kuperlo è un fake tipico. Davide Astolfi, il ragazzo che lo cura è un appassionato di politica e un militante del Pd. Sceglie di creare la parodia di Cuperlo e arriva su Twitter prima del politico vero. “Dio è morto, Marx è morto e Renzi è segretario del PD e premier. Datemi una vodka. Intellettuale fake del PD” recita la sua biografia sul profilo. Oltre 20mila follower per lui e ironia caustica su ogni avvenimento del centrosinistra. Nella classifica dei miglior fake è seguito da Renzo Mattei, parodia del più social dei premier. L’imitazione è più loquace del suo originale: Renzo Mattei ha scritto oltre 7mila tweet, contro i 4mila di Renzi. Da segnalare i fake anche di Pippo Civati e i due di Maria Elena Boschi. Tutti personaggi dunque legati all’attualità, ma non solo. In crescita la parodia di Massimo D’Alema (Massimo Leader Pd), che sfotte l’ex presidente del consiglio. D’Alema è presentato mentre alza il calice pieno di uno dei suoi vini e prepara la vendetta nei confronti di Renzi. Due le imitazioni di Roberto Casaleggio per il Movimento 5 Stelle, segno della necessità di voler dissacrare il misterioso personaggio. Non è stato risparmiato neanche Beppe Grillo. Sottolineatura in rosso per i fake di Giorgio Napolitano.

Come D’Alema, dall’altra parte resiste sui social anche Berlusconi. Sul suo nome se ne trovano veramente tanti, anche non italiani. Per il resto, nel centrodestra neanche l’ombra di fake importanti. Su Alfano se ne trovano un paio, inattivi da anni. Lo stesso per il leader della Lega Nord Matteo Salvini.


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