Bandiere rosse, tamburi, bottigliette d’acqua, striscioni, bambini, dialetti, Bella Ciao, le foto, l’elicottero. Uno con la pettorina della Fiom “Qui è il Piave del licenziamento selvaggio. O difendiamo adesso e insieme l’art. 18 o siamo fottuti”.
Donna con l’accento veneto: “Se il padrone ti può licenziare, stai zitta anche se cacciano la tua compagna di turno ingiustamente, perché se dici mezza parola per difenderla, cacciano anche te. Senza il “18” arriva l’omertà aziendale”.
Il signore anziano col cane anziano che guarda il corteo: “Lo spettacolo sono loro, i lavoratori d’Italia. Anzi noi, che io so’ vecchio, ma ho lavorato una vita. Il lavoratore non si fa frega’ dal parlatore”.
Quello che regge lo striscione dell’ Emilia Romagna: “Renzi ha tirato troppo la corda.. Guarda là, in fondo alla strada, ancora arrivano e la piazza è già piena. Il PD può sbandare a destra, il sindacato tira sempre dritto”.
“La crisi noi non la paghiamo – fa un pensionato con la scritta “CGIL SPI Largo ai giovani” – l’hanno fatta scoppiare gli speculatori e loro la devono pagare”.
Sono orgoglioso di essere un lavoratore tra i lavoratori.
Di difendere la dignità di chi è esposto alla rabbia del capitalismo ferito.
I padri della Costituzione, che ci stanno guardando, saranno contenti della nostra determinazione.
Il cielo è blu sopra Piazza San Giovanni.
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