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Lampedusa. Garantire l’anonimato dei superstiti del naufragio del 3 ottobre

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Il Comitato 3 ottobre sostiene la richiesta di Carta di Roma che raccomanda ai media di tutelare l’identità dei superstiti e dei familiari delle vittime del naufragio di Lampedusa. I superstiti del naufragio del 3 ottobre torneranno in Italia assieme ai familiari delle vittime della strage di Lampedusa per celebrare la prima Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in ricordo di quella strage ma anche di tutte le altre tragedie che da allora si sono consumate nel Mediterraneo.

Nel corso di questo anno ognuno di loro ha chiesto ed ottenuto lo status di rifugiato perché in fuga da una dittatura. Nonostante questo il rischio di ritorsioni da parte del regime nei confronti delle loro famiglie rimaste in patria è ancora alto. Facciamo appello alla stampa e alle televisioni affinché abbiano cura di garantire l’anonimato non pubblicando i loro nomi ed evitando di effettuare riprese e fotografie dove sarebbero riconoscibili.  Il Comitato 3 ottobre inoltre chiede che non si ripeta quello che è accaduto lo scorso anno, subito dopo il naufragio, quando le autorità del regime dal quale fuggivano sono state invitate ad assistere alla cerimonia funebre.

Abbiamo il dovere di proteggere le persone che tornano in Italia per celebrare la tragedia del 3 ottobre, ma anche per cercare di capire dove piangere i loro cari e i loro compagni di viaggio, morti nel naufragio e sepolti nei cimiteri dell’agrigentino senza un nome, senza che venissero identificati.
Il Comitato 3 ottobre li accompagnerà nel loro viaggio di ritorno a Lampedusa e nella tappa per la prima intervista propedeutica al riconoscimento delle salme attraverso il test del dna, obiettivo che il Comitato ha perseguito sin dall’inizio della sua attività.

Fonte: Carta di Roma


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