Sull’isola anche il presidente del Parlamento Europeo Schulz
LAMPEDUSA – Un anno dopo il naufragio in cui morirono 366 migranti, Lampedusa si stringe nel ricordo di quelle vittime che sognavano di raggiungere l’Europa. La tragedia più grande di cui si abbia conoscenza diretta nel Mediterraneo sarà al centro di celebrazioni, dibattiti e confronti che vedranno la partecipazione sulla maggiore delle Pelagie di alcuni dei massimi rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee.
In mattinata alla sala conferenze dell’aeroporto di Lampedusa il presidente della Camera, Laura Boldrini, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, i ministri Federica Mogherini e Angelino Alfano, il presidente del Parlamento Portoghese Maria De Asuncao Esteves animeranno un dibattito dal titolo «Lampedusa, Europa – Come evitare nuove stragi in mare». All’incontro, organizzato dal Comune di Lampedusa e dal sindaco Giusi Nicolini, prenderanno parte anche il presidente della Commissione Diritti umani del Senato, Luigi Manconi e il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. Ad avviare il confronto saranno le parole di Adal Neguse, in rappresentanza dei familiari delle vittime della strage del 3 ottobre, accompagnato e sostenuto dal Comitato 3 ottobre. Ma l’anniversario della tragedia vede in programma anche una serie di manifestazioni che coinvolgeranno i cittadini di Lampedusa, coloro che soccorsero i naufraghi e i sopravvissuti stessi. Sarà realizzato un murales dedicato alla tragedia, così come un flash mob lungo le vie dell’isola, e ancora saranno liberate in cielo tante lanterne quante furono le vittime. Sul luogo dell’affondamento, di fronte all’isola dei Conigli, i sommozzatori delle Capitanerie di Porto collocheranno sul fondo del mare, accanto al relitto, una lapide sulla quale saranno impresse le impronte delle mani dei sopravvissuti e dei soccorritori.
«Le persone morte o scomparse nel Mediterraneo negli ultimi vent’anni sono oltre 20mila, ed il naufragio del 3 ottobre scorso è stato solo uno di una drammatica serie – hanno affermato dal Comitato 3 ottobre – Dall’inizio dell’anno ad oggi sono circa 3.000 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo, un numero che non lascia spazio ad alcun dubbio: fino a quando l’Europa non prenderà atto che è necessario proteggere le persone non i confini, in migliaia continueranno a morire».
Da dazebao.it