Il 10 Ottobre scenderemo in piazza in tutte le città del paese per gridare che la Grande Bellezza Siamo Noi. Anni di tagli all’istruzione e nessuna riflessione sul ruolo di scuola università e ricerca nel paese hanno determinato una situazione per cui noi studenti siamo stati assuefatti alla stessa idea di lezione frontale, all’interno di scuole che hanno fisicamente subito la crisi economica, senza stimoli provenienti dalle nostre città o dai nostri centri aggregativi.
La crisi ha distrutto i nostri spazi, imbruttito i luoghi in cui viviamo, dalle nostre scuole alle nostre città e scavato distanze profonde tra noi studenti, le nostre famiglie, i nostri insegnanti: la nostra comunità.
Il 10 Ottobre scenderemo in piazza ancora una volta per gridare che per cambiare questa situazione e combattere il degrado e l’esclusione è necessario prima di tutto investire sulle bellezze di questo paese: la sua istruzione e i suoi studenti.
La scuola deve cambiare, tornare inclusiva, combattere le diseguaglianze e unificare realmente un paese che la crisi ha sfilacciato, diviso sempre più tra nord e sud. Combattere la dispersione scolastica è la vera sfida verso il 2020. Come può un paese parlare di ripresa economica se i dati sulla dispersione toccano il 20 per cento?
Chiediamo per questo una legge quadro nazionale e un’attenzione al tema del diritto allo studio, per combattere l’esclusione e garantire possibilità d’eguaglianza a tutti.
Chiediamo scuole aperte il pomeriggio per studiare, stare insieme, imparare nella nostra comunità con le associazioni, gli studenti migranti, le cooperative che guardano alla disabilità.
Chiediamo che rappresentanti d’istituto e rappresentanti di classe siano il vero centro della goverance degli istituti e che la loro rappresentanza sia equiparata a quella di tutti gli altri attori della scuola.
Chiediamo che la scuola rimanga pubblica, libera e laica e che rimanga esclusa dall’ondata di privatizzazioni che hanno sommerso la politica negli ultimi anni.
Chiediamo che l’obbligo scolastico sia innalzato a 18 anni per combattere la dispersione, la disillusione, il lavoro sotto pagato e in nero, la disoccupazione giovanile.
Chiediamo che la scuola venga cambiata, i cicli stravolti con l’introduzione di un biennio unitario e i potenziamento dei raccordi tra scuola e università.
Chiediamo che la scuola diventi un posto in cui le lezioni siano vive, stimolino curiosità e creatività, non un luogo triste e noioso. cambiare la didattica e il sistema della lezione frontale è prioritario per questo motivo.
Le linee guida presentate dal governo sulla “Buona Scuola” prevedono cospicui finanziamenti per l’assunzione di migliaia di precari. Una misura giusta, ma vuota di uno sguardo ampio sulla direzione che il paese, con la sua scuola e i suoi studenti, deve intraprendere.
Il 10 0ttobre saremo in piazza per dimostrare che le nostre mobilitazioni possono essere portate avanti proprio da noi: oltre al corteo ripittureremo le scuole abbandonate, ridaremo vita a discussioni negli spazi pubblici degradati, ricominceremo a vivere le periferie del paese. la grande bellezza siamo noi.
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