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In fuga dall’Isis, a Erbil si cerca di allentare la tensione degli sfollati

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l diario di un cooperante Focsiv dall’Iraq. Volontari si occupano dell’intrattenimento per i bambini e le famiglie: un momento sempre molto atteso. Nel frattempo dalle Nazioni Unite la proposta di facilitare l’inserimento di giovani e donne nel tessuto produttivo del Kurdistan

 

ERBIL – Un’altra pagina del diario di Terry Dutto, cooperante della Focsiv, da Erbil (Iraq). Stavolta lo spaccato è quello delle attività di animazione per le famiglie di sfollati, la situazione delle strutture di accoglienza e la proposta delle Nazioni Unite per l’inserimento lavorativo degli sfollati.
“Gli intrattenimenti per i bambini e le famiglie degli sfollati alloggiati nelle aree ancora in attività si susseguono giornalmente nel grande quartiere di Ankawa, nella città di Erbil. Il salone della chiesa Assira di S.Giovanni, il centro di Al Karmal, la Adjab School hanno ospitato il gruppo di giovani che stanno cambiando pomeriggi di pesante routine in momenti di festa per le comunità.

Ogni manifestazione è sempre molto attesa e comincia, con il sole alto, con la raccolta dei bambini e dei giovani. Si avviano le musiche accompagnate dalla partecipazione di gruppo, per gruppi di età. Si animano le melodie conosciute con i gesti della tradizione. Si passa poi alla lezione breve su argomenti di storia, religione, vita civile e si aprono i capannelli nei quali si trascorrono momenti di approfondimento e si dà il via alle diverse forme di gioco.
La manifestazione procede nel finale con l’animazione generale, ancora in musica, ma quella ballabile con danze comunitarie a cui partecipano i giovani e gli adulti delle diverse aree di accoglienza. E viene notte”.

“Si sta consolidando il team di giovani che animano questi pomeriggi, per rendere l’operazione un momento costante di forte cambiamento del clima umorale nelle aree che ospitano le famiglie raggruppate in aree ormai identificate per accogliere le famiglie traslocate dalle scuole.
Le famiglie si ritengono fortunate quando il nuovo ambiente è assegnato in ambiti prefabbricati o in abitazioni che vengono utilizzate offrendo camere per nuclei famigliari. L’alternativa è quella di essere assegnate nei campi tendati: una scelta che viene evitata in tutti i sensi dai 50 mila sfollati dalle comunità che provengono dalla città di Qarakosh. Ormai la presenza degli sfollati viene pianificata nel medio-lungo termine, vista la condizione sempre molto difficile delle aree in conflitto per la presenza delle milizie dell’Isis.

“Dalle Nazioni Unite è venuta ora la proposta di aprire opportunità per facilitare l’inserimento di giovani e donne nel tessuto produttivo della regione del Kurdistan. La misura è un ulteriore tentativo per allentare il senso di sfiducia che ormai è costante nella popolazione degli sfollati.
Le donne restano i riferimenti più solidi per le comunità e si deve poter offrire loro il più forte aiuto fisico, sociale e psicologico possibile. Per questo il lavoro sui bambini ha effetti immediati sulle mamme, che apprezzano il clima di gioia e di ricreazione che gli interventi del Team di intrattenimento crea nei diversi ambienti.
Tra brevissimo si aggiungeranno approcci alla preparazione della stagione invernale che dovrà vedere le istituzioni delle Nazioni Unite in prima linea, eventualmente sostenute da chi già opera con le comunità e ne conosce i bisogni, per questo ci si sta preparando”.  (Terry Dutto)

Da redattoresociale.it


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