Mohanad al-Aqidi, corrispondente dell’agenzia di stampa irachena Sada, ucciso a Mosul il 13 ottobre; Raad Mohamed al-Azaoui, operatore dell’emittente televisiva Sama Salah Aldeen, padre di tre figli, decapitato a Samarra il 10 ottobre. Sono due degli almeno 17 operatori dell’informazione iracheni uccisi dallo Stato islamico negli ultimi 10 mesi. Altri nove sono menzionati in una lista della morte che sta circolando a Mosul: o si aggregheranno al gruppo armato o verranno uccisi.
Le storie e la sofferenza di questi giornalisti – e di almeno altri 20 nelle mani dello Stato islamico in Siria – interessa solo alle loro famiglie e alle organizzazioni per i diritti umani. Non erano e non sono europei o americani e non sono stati ritenuti neanche “utili” per uno degli ignobili video diffusi nella Rete per promuovere il Califfato.