E’ new entry del Grillo nazionale, ovvero come condannare il governatore della Sicilia con uno “Sfiducia day”. E’ andata meglio alla “fiducia gay” giacché le consultazioni on-line degli iscritti M5s hanno fatto stravincere i sì alle unioni civili fra persone dello stesso sesso e così almeno su questo punto dovrebbe esserci armonia con tutti gli altri di maggioranza. Ma torniamo a Palermo. Ovviamente il leader pentastellare non si è spinto fin là per sfiduciare il presidente della regione quanto a sessualità diversa dalla sua (e ci mancherebbe e infatti per ora ci manca) ma a scaraventargli addosso la colpa del malgoverno. Già. Pur tuttavia poiché il Grillo rappresenta l’anima e il DNA di movimento parlamentare massicciamente presente in Italia e seppur in minima parte in Europa, inorridiamo a sentire come costui parla della mafia: “…che prima aveva una morale (?!) e che è stata deviata dalla finanza e dagli affaristi, che oggi rappresentano le vere associazioni a delinquere insieme a imprenditori e magistrati…”
Delle due l’una: o ha proprio capito niente del DNA mafioso oppure voleva solo fare ridere buttandola in caciara. Nel secondo caso abbiamo molte difficoltà a crederci visto che è da sempre un quotato e brillante comico e pertanto ben sa come far ridere il pubblico e quella frase non ha fatto ridere. La mafia, fin dal concepimento del suo primo embrione (dunque non già un grossolano “quella di prima”) sa esclusivamente fare piangere.