El derecho de vivir en paz era una canzone del 1971 di Victor Jara, cantautore cileno ucciso pochi giorni dopo il golpe dell’11 settembre 1973 dai militari di Pinochet. Nella canzone Jara parlava di Vietnam e citava il poeta Ho Chi Min. Il diritto di vivere in pace dovrebbe essere assicurato a tutti, specie ai giovanissimi, questo diritto doveva essere assicurato anche agli studenti messicani uccisi dai narcos su mandato del sindaco di Iguala e di sua moglie.
La loro sparizione risale al 26 settembre: gli studenti della scuola magistrale “Raul Isidro Burgos” di Ayotzinapa erano arrivati a Iguala per la commemorazione del quarantaseiesimo anniversario della strage di Tlatelolco, avvenuta il 2 ottobre 1968 dove vennero uccisi oltre 300 ragazzi dai reparti speciali dell’esercito e dalla polizia. Secondo le ricostruzioni il sindaco di Iguala, José Luis Abarca, avrebbe pagato i narcos affinché s’infiltrassero nella polizia per poter dare una lezione agli studenti (tutti di origine indios) che avrebbero potuto contestare il discorso pubblico che doveva tenere sua moglie Maria de los Angeles Pineda, Durante la manifestazione un commando armato aveva aperto il fuoco contro alcuni studenti, un altro gruppo armato aveva sparato con dei fucili mitragliatori contro un pullman, in quel giorno persero la vita 6 persone e i 43 studenti vennero presi in consegna da agenti di polizia per poi essere rivenduti al gruppo “Guerreros Unidos” allo scopo di sbarazzarsene. Prima del tragico ritrovamento dei ragazzi in una fossa comune c’erano state numerose manifestazioni da parte dei familiari che ne attendevano invano il rilascio. Fra le ipotesi sulla loro fine c’è quella fatta da Padre Alejandro Solalinde (difensore dei diritti umani) che ha riferito che i giovani sarebbero stati bruciati vivi.
La scomparsa dei giovani messicani riporta alla mente le tragedie del Cile e dell’Argentina durante le dittature militari e il rapimento delle circa 200 studentesse nigeriane rapite 6 mesi fa dai membri del gruppo terroristico Boko Haram. Nelle ore scorse in Nigeria sono stata rapite altre 60 ragazze, il governo sembra incapace di far fronte all’emergenza di questa violenza nonostante i proclami fatti ripetutamente dal presidente Jonathan Goodluck.
Uccidere e usare violenza contro gli studenti equivale ad uccidere il futuro di una nazione, la comunità internazionale ha il dovere di proteggere tutti i ragazzi del pianeta se questa nostra Terra un futuro desidera averlo.