Tutte le sentenze sono pubbliche. Le sentenze di Cassazione sono legge nel senso che sono verdetto supremo sulle varie materie del contendere. La Corte di Cassazione ha ritenuto pertanto corretto pubblicare sul proprio sito internet tutte le sentenze civili dell’ultimo quinquennio: circa 160mila. Questo servizio prima era a pagamento sicché ne fruivano giusto gli addetti ai lavori che a loro volta si facevano pagare dai loro clienti. Da oggi ogni cittadino interessato a comprendere che “pensa “ la Cassazione di una faccenda che lo riguarda può andare (a gratis) sul sito Italgiureweb, digitando ciò che conosce -magari solo il nome delle parti che come lui avevano lo stesso problema o l’oggetto della causa o il periodo della sentenza: insomma qualsiasi dato che lo incanali nella sua ricerca specifica (non già dunque specifico concetto giuridico solo privilegio dei più addetti), può così ottenere preziose informazioni. Proprio per questo, infatti, la Cassazione ha provveduto a rendere libero accesso alle sentenze in web: “per rafforzare i valori della stabilità e della certezza del diritto non solo tra gli operatori del settore, ma fra tutti i cittadini”.
Magari con questo metodo, hai visto mai, potremmo pure ottenere rinunce in partenza di cause annose già in partenza perse, con somma soddisfazione del soggetto che sarebbe stato soccombente e gaudio per il carrozzone tribunalizio intasato da cause assurde!
E’ però intervenuto il Garante della privacy che, ravvedendo “preoccupazione in ordine al diritto della protezione dei dati personali spesso anche sensibili e giudiziari” (ma va?!) chiede d’eliminare nomi e cognomi e ogni riferimento che porti alle parti coinvolte (oltre a quelli che già per legge non vengono citati).
Chiediamo scusa al Garante, ma proprio non riusciamo a comprendere com’è che quando trattasi di web tutto ciò che per decenni è sempre stato ATTO PUBBLICO, dunque di diritto d’informazione per ogni cittadino della Repubblica, diventa dato sensibile.
Ma dopo i conclamati 5 più il sesto assolutamente riconosciuto, quanti altri sensi abbiamo?!