“Benvenuti a piazza San Giovanni!” Intervista a Claudio Di Bernardino (Cgil Roma e Lazio)

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“Lavoro. Serve lavoro. Senza lavoro il paese collassa. Senza diritti viene privato della sua dignità rendendo le persone schiave”.  E’ preoccupato, ma non si rassegna il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio ‎Claudio Di Berardino.  Alla vigilia della manifestazione nazionale indetta dal suo sindacato spiega le ragioni che l’hanno spinto a mobilitarsi e invita un saluto, un benvenuti a Piazza San Giovanni a tutti coloro che da ogni parte d’Italia arriveranno nella capitale.

“La Cgil torna ‎in piazza, a San Giovanni, perché ci si rifiuta di affrontare il tema principale e per noi imprescindibile: creare lavoro. Le ricette finora adottate dai governi che si sono succeduti non rispondono a questo bisogno. E anche il Governo Renzi, che pure si era candidato a cambiare verso in Europa e in Italia, sforna soluzioni stantie, basate sull’assurdo teorema che attraverso la svalutazione del lavoro si possa creare maggiore occupazione”. “Il tema vero – precisa Di Berardino – è come stabilizzare i precari nel pubblico e nel privato, come trovare uno sbocco occupazionale ai giovani. Il Governo ha scelto di saltare il confronto di merito con le organizzazioni sindacali, di costruire un rapporto diretto con le persone bypassando i  corpi intermedi. Ma il mestiere del sindacato è quello di contrattare e concertare. E se questo gli viene negato deve mobilitarsi. Nasce da qui la manifestazione del 25 ottobre. Per chiedere al Governo di adottare una politica economica alternativa, per aprire una prospettiva diversa, per non rassegnarsi al fatto che solo attraverso queste scelte si possa traghettare il nostro paese fuori dalla crisi. Si tratta di scelte peggiorative che non fanno che affossare la vita e il futuro delle persone, dei pensionati, dei giovani, delle famiglie. Finora abbiamo assistito a una serie di annunci sulle riforme elettorali e politiche fino ad arrivare al Jobs act: di fatto una controriforma che finisce per compromettere il già complesso quadro economico e sociale dell’intero paese”. E il Lazio? “Da noi‎ la crisi continua a mordere”, dice . E le risposte del Governo non aiuteranno di certo l’economia regionale a risollevarsi. La legge di stabilità va addirittura a peggiorare la situazione, rafforzando i tagli lineari: si prevede una cifra che si aggira intorno ai 600 milioni di euro. Se questo piano di tagli sarà confermato si andrà a minare il sistema sanitario pubblico e dei servizi, il trasporto locale, verrà  indebolito il diritto allo studio, saranno ulteriormente contratti gli investimenti pubblici. Anche questa manovra è una delle ragioni per cui scenderemo in piazza il 25 ottobre.

Nei giorni scorsi abbiamo scritto ai sindaci dei comuni del Lazio e alle associazioni invitandoli a partecipare alla nostra mobilitazione. Questa è una battaglia per difendere tutti. O vengono modificate le scelte economiche e si rimette al centro il tema della democrazia, dell’inclusione sociale e i diritti oppure andremo verso un decadimento generale che farà sprofondare ancora di più il nostro territorio nella crisi e nella povertà. Siamo convinti che se ognuno di noi parteciperà convintamente, se sarà una manifestazione di popolo le risposte dovranno necessariamente arrivare. Siamo stanchi di annunci. Il lavoro, la dignità, l’uguaglianza sono le basi su cui costruire la crescita e lo sviluppo del nostro paese”.


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