Ci meravigliamo sempre di più per ciò che appare sugli schermi. Televisori, tablet, smartphone o computer non importa, ciò che sembra attrarre maggiormente la nostra attenzione è la spasmodica ricerca dell’immagine migliore, del display retina più performante e dello schermo che meglio sia in grado di riportare le notifiche dei social network.
Un modo di fare che ci porta ad alienarci dalla realtà, quella effettiva, per preferirne un’altra, quella virtuale. Un modo, anche, per fuggire dai pensieri. Colmare i momenti di libertà con la tecnologia non è solo passare il tempo, ma anche un modo per non rimanere soli con noi stessi e quindi pensare, ragionare, sulle cose che ci succedo, su come abbiamo agito e come potremmo affrontare il futuro. Manca in poche parole quell’atto di riflessione interiore fondamentale per capire il proprio io.
Se manca questo passaggio il rapporto con gli altri non può che essere superficiale, limitato allo scambio di notifiche e di foto. Alla luce di questa constatazione il ruolo del teatro non può che esser fondamentale per cambiare la tendenza in atto. Assistere ad uno spettacolo non vuol dire solo venire a conoscenza di una storia, di un intreccio di emozioni e azioni che giungono inevitabilmente ad una conclusione, qualunque essa sia. Assistere ad uno spettacolo teatrale vuol dire anche imedesimarsi nel ruolo di un attore, in una situazione, stato d’animo o riflessione. Vuol dire tornare a dedicare del tempo a noi stessi ed allo stesso tempo aprire un dialogo con il nostro io e con gli altri.
Per questo motivo
laplatea.it ha lanciato quest’oggi su Twitter l’hashtag #andiamoateatro e per lo stesso motivo vi invitiamo, ogni tanto a prendervi una pausa, dedicare del tempo a voi stessi per andare a conoscersi un po’ meglio a teatro. Fa bene!
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