Visto che il senatore Bruno è indagato per interesse privato in fallimento (consulenza di 2,5 milioni) è semplicemente vergognoso che sia ancora candidato a diventare giudice costituzionale. Se sul piano giuridico vige il principio di non colpevolezza, sul versante istituzionale c’è un dovere di “onorabilità” (art. 54 Costituzione), incompatibile con l’ombra di un’inchiesta giudiziaria in corso. Pertanto, si macchierebbe della stessa vergogna il PD se sostenesse la candidatura di Bruno, alla luce di questa inchiesta a suo carico.
La lotta all’illegalità richiede l’abbandono della ambiguità.
Una decisa presa di distanza dalla candidatura di Bruno sarebbe un segnale importante contro il decadimento della politica, causato del continuo sversamento di indagati e condannati nelle istituzioni. Vogliamo persone pulite, competenti e indipendenti nella Corte Costituzionale, perché la Carta e i suoi valori sono sempre più sotto attacco. E servono persone specchiate per preservarla.
Martedì riprenderanno le votazioni per eleggere i giudici costituzionali. Noi cittadini saremo con gli occhi aperti per capire se il nostro appello all’autorevolezza dei candidati sarà ascoltato. Sappia il PD che se insiste su Bruno. perderà il consenso dei cittadini che vogliono il vero cambiamento.
Quello della legalità.
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