Ci accorgiamo del degrado di Napoli quando un giovane carabiniere ammazza un giovane nella periferia.
Ci accorgiamo dei migranti, quando un barcone si rivolta e muoiono a centinaia.
Ci accorgiamo del dissesto ambientale, quando una frana uccide e devasta.
L’elenco dei “risvegli” da prima pagina potrebbe essere lunghissimo, quanto quello dei successivi addormentamenti.
Quando dopo pochi giorni si rimuove il fatto, senza imparare la lezione. Senza voler far tutto affinché non si ripeta.
La sconfitta della politica è qui, nella mancanza di un visione, a cui si affianchi una seria programmazione.
Questo significherebbe adottare la cultura delle profonde riforme strutturali – le uniche che affrontano la complessità – e abbandonare l’illusione dei miracoli – fatta apposta per diffondere la semplificazione carismatica.
Ma dovremmo sentirci una comunità vera, unita nel raggiungimento delle nostre priorità e disposta a sopportarne lo sforzo.
Dove ogni corrotto o evasore fosse trattato da disertore. E non celebrato come un furbo.
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