“E’ necessario che i cittadini comuni si rendano partecipi della vita pubblica e non siano semplici spettatori”.Lo dice Don Ciotti. E io condivido in pieno il suo appello, vedendo nella propensione italica al “farsi i fatti propri” il concorso esterno più deleterio alla mafia e alla corruzione. C’è un’omertà di parola di chi sa e non vuol parlare. Ma c’è anche un’omertà di attenzione di chi non vuol sapere, per non fare la fatica di capire, distinguere, prendere posizione. Se non superiamo questo assenteismo civile, saremo sempre una nazione virtuale.
Fatta di famiglie private, ma senza un’opinione pubblica.