Giovedi 4 settembre a Guanajuato, la giornalista messicana Karla Janeth Silva è stata aggredita nell’ufficio del suo giornale “El Heraldo de León”.
“Sono entrati e uno di loro ha detto il mio nome, il tempo di alzare gli occhi e mi avevano già dato un pugno in faccia. Dopo il primo pugno sono caduta e da lì si sono susseguiti calci in faccia, in testa, in tutto il corpo”. Questi sono i primi ricordi che la giornalista ha raccontato durante un’intervista telefonica.
L’aggressione si è scandita tra calci e minacce; gli assalitori non sono ancora stati identificati anche se la giornalista, nella denuncia presentata alla polizia, ha detto di avere la certezza di sapere che i suoi aggressori siano stati inviati da funzionari della città di Silao, Guanajuato.
Tale violenza sembra sia la conseguenza di un articolo pubblicato da Karla Silva circa la criminalità nella città di Silao nel quale la giornalista aveva criticato lo spreco, da parte delle autorità comunali, delle risorse e dunque la mancanza di trasparenza dell’amministrazione locale.
Che i funzionari locali non apprezzassero i suoi articoli lo avevano già dimostrato tempo prima quando anche il sindaco le aveva chiesto di temperare il tono dei suoi pezzi e di astenersi dal criticare il suo operato pubblicamente.
Il coordinatore CPJ per l’America ha definito scandaloso che un giornalista possa essere aggredito nel suo ufficio con tale impunità e ha richiesto, alle autorità messicane, un’indagine approfondita che permetta di accertarsi che realmente non siano coinvolti organi politici.
Il sospetto è da subito caduto proprio sul sindaco, Enrique Benjamin Solis Arzola, del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) il quale, però, ha fin da subito negato il suo coinvolgimento.
Per ciò che concerne la violenza sugli organi di stampa, secondo la ricerca del Commitee to Protect Journalists, il Messico è uno dei paesi più pericolosi. Si pensi, infatti, che l’attacco alla giornalista Karla Silva è avvenuto a soli due giorni di distanza dall’assassinio del giornalista della rivista Sucesos, Victor Pérez, e ai colpi di pistola sparati a casa di un direttore di giornale Ignacio Domínguez.
Silva ha detto alla televisione messicana che quest’attacco ha solo rafforzato la sua determinazione. L’indignazione che si forma ogni qual volta si senta di una violenza che colpisce un giornalista non è abbastanza, non bastano le organizzazioni internazionali che “sollecitano” i governi a tutelare quello che è un diritto fondamentale, non bastano più. Si deve passare ai fatti, a combattere per tenerci stretto il diritto ad essere informati.
Karla Janeth Silva è, secondo El Pais, uno dei 285 casi documentati di giornaliste aggredite in Messico da gennaio 2007. In 132 casi, l’aggressore era un pubblico ufficiale.