Importante riconoscimento per il regista Filippo Vendemmiati (collaboratore di Articolo21, ndr) e per la società di produzione bolognese Tomato Doc & Film. Il film “Meno male è Lunedì” ambientato all’interno del carcere della Dozza di Bologna è stato selezionato in concorso alla 9^ edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (16 – 25 ottobre 2014). Il film, in anteprima internazionale, parteciperà alla sezione Prospettive Italia dedicata alle nuove linee di tendenza del cinema italiano. La proiezione ufficiale è prevista mercoledì 22 Ottobre alle 17 presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica. Al termine di ogni proiezione gli spettatori potranno votare per il film visto e assegnare così il Premio del pubblico. Una seconda proiezione è prevista sempre a Roma, Domenica 26 Ottobre alle 14.30 al Cinema Barberini. L’anticipata stampa martedì 21 Studio 3 alle 21.30.
I biglietti sono acquistabili on line sul sito ufficiale del festival. http://www.romacinemafest.it
SINOSSI
Un gruppo di operai in pensione riprende il lavoro per insegnare il mestiere a 13 detenuti nell’officina-azienda nata in carcere. La trasmissione del sapere ribalta il rapporto libertà-prigionia. Usare la vite giusta diventa metafora della ricostruzione di una vita. “L’officina dei detenuti” è spazio di libertà. Se l’operaio torna metalmeccanico in prigione, il detenuto con quello stesso ruolo rientra nel gioco della vita. Il film non insiste sul passato dei protagonisti: il tono è leggero, quasi commedia. Nel “lavoro fuori” il Lunedì è il giorno peggiore, nel “lavoro dentro” è il migliore. Sabato e Domenica per il detenuto operaio sono solo noia e l’attesa del lavoro di chi non vuole ferie.
NOTE DI REGIA
Il carcere è un non luogo senza tempo. I giorni non passano e non hanno nome. Credo sia la peggiore condanna cui è sottoposto un detenuto, non solo la negazione di uno spazio libero, ma soprattutto la sottrazione del trascorrere dei giorni. I detenuti che lavorano in questa insolita officina all’interno del carcere della Dozza in qualche modo hanno ritrovato un luogo di libertà e un tempo di vita. I giorni della settimana hanno un senso e una cadenza dettata dai turni di lavoro. I gesti e le parole evadono per costruire un mestiere e relazioni umane. Né detenuti né uomini liberi: solo colleghi, operai che s’incontrano e lavorano accanto, scambiandosi conoscenze, saperi, “storie di viti e di vite”. Ho immaginato “Meno male è Lunedì” come una “commedia brillante” ambientata in un carcere. Otto giorni, da Lunedì a Lunedì, per costruire un grande manufatto, uno spider dalla calotta arancione, ingranaggio fondamentale di un sistema avanzato di confezionamento della merce. I dialoghi dei protagonisti (scherzosi, tecnici, arrabbiati e intimi) accompagnano la costruzione del manufatto, anzi sono “la storia del manufatto” e delle mani che lo hanno creato. Un discorso a parte merita la colonna sonora del film composta, dopo un lungo e appassionante confronto, da Carlo Amato, compositore e bassista dei Têtes de Bois. Abbiamo visto in questa grande officina dalle finestre alte e dalle inferriate simili a croci di una cattedrale “laica”, una chiesa nel quale “monaci di clausura” lavorano e cantano durante il giorno e poi la sera tornano nelle loro “celle” al piano di sopra per pregare. “Labor omnia vincit”, Virgilio Le Georgiche, la fatica vince ogni cosa. (Filippo Vendemmiati)