In occasione del contest promosso dell’AIED e del Cocoon projects: #Giovani #Liberi DiAmare, una gara di idee abbiamo parlato con Samantha, una delle consulenti della valigia rossa. La Valigia Rossa è un progetto nato in Spagna concepito dalle donne per le donne per promuovere la salute sessuale come fonte di benessere durante tutto il ciclo di vita. Attraverso l’educazione sessuale questo progetto si prefigge di aiutare a vivere meglio ogni sfera della propria vita e favorire il cambiamento sociale attraverso metodologie istruttive e ludiche allo stesso tempo. Le consulenti della valigia rossa lavorano per creare cultura sull’importanza della sessualità nel benessere globale della società, la linea guida che seguono è la Dichiarazione dei Diritti Sessuali della World Association of Sexology del 1999, info: http://www.lamaletaroja.com/it/
Parliamo di consapevolezza sessuale: gli adulti di oggi rispetto alle generazioni precedenti sembrano più consapevoli, mentre i giovani, che un tempo erano stati i promotori della rivoluzione sessuale, appaiono meno coscienti riguardo al sesso pur praticandolo in età più precoce
La differenza fondamentale è che gli adulti, se questa consapevolezza sono riusciti ad acquisirla, non hanno idea di come si faccia a comunicarla e condividerla, i giovani non ne hanno, fanno sesso spesso incoscientemente con la scusa che avranno tempo per capire. La sessualità non viene approfondita e con molte probabilità diventeranno adulti incapaci di comunicare.
Educazione sessuale nelle scuole: nel nostro paese siamo ancora molto indietro, spesso l’argomento è materia di polemiche e intanto nessun passo avanti è viene fatto
L’educazione sessuale nelle scuole è inesistente, a volte si parla di malattie sessualmente trasmissibili o di gravidanze indesiderate, ma nessuno parla di amore, piacere, rispetto e comunicazione. A volte viene utilizzata una strategia del terrore che evidentemente non funziona, infatti molti giovani non credono di poter contrarre malattie. Sono sicura che se cambiasse il messaggio e il tipo di approccio sarebbero più invogliati a proteggersi. Tutti vogliono guidare il motorino, perché è bello e ti rende indipendente, però va indossato il casco. Il casco oggi lo indossano quasi tutti, è normale, è cambiato il messaggio.
Quale sarebbe un messaggio ottimale da proporre a riguardo?
Vorrei che passare il messaggio di una sessualità pulita, fatta di “amore”, di attrazione, voglia di scoprire l’altro e sé stessi nel rispetto. Vorrei che i giovani potessero confrontarsi con delle figure professionali che hanno la capacità di metterli a proprio agio. Vorrei che studiassero la nostra anatomia non finalizzata solo alla riproduzione. Spieghiamo cos’è il clitoride, dove si trova e la sua funzione. Purtroppo anche una cosa naturale come la masturbazione ad oggi è ancora vista come una cosa da pervertiti, da zozzoni.
Eppure oggi l’informazione oggi è più accessibile, è alla portata di tutti
Oggi giorno i ragazzi hanno accesso a moltissimi canali, ma molti di questi non fanno altro che confonderli: youporn è uno di questi.
Da una parte si ha una percezione del sesso come un qualcosa “usa e getta” dove la donna è il soggetto da godere e non la partecipe al godimento al pari dell’uomo e per questo molti condannano le donne che usano sex toys tacciandole di essere delle pervertite o delle represse.
Purtroppo il messaggio è sempre stato questo, la donna ha una cavità per esser penetrata, se non può per motivi religiosi viene praticato il sesso anale. Quante donne in passato hanno cercato di mantenersi fidanzati con i rapporti anali per non perdere la verginità, non potevano toccarsi e fare petting? Che senso aveva tutto ciò? Era l’uomo che doveva godere. Poi storicamente parlando è arrivato il femminismo, la rivoluzione sessuale ecc.. al posto di aprire un canale di comunicazione spesso l’abbiamo chiuso. Abbiamo lottato per riprenderci qualcosa che ci apparteneva, di cui eravamo state private, forse la libertà. Bene, c’è qualcosa però che non è andato a buon fine.
La questione sessuale è stata vista come una lotta
Non è una lotta, dobbiamo imparare ad accettare la sessualità come parte integrante del benessere dell’individuo, con leggerezza, con naturalezza. C’è una frase di Andy Warhol che mi ha sempre colpito molto: “I’am deeply superficial person”. Per molti parlare di benessere sessuale può esser superficiale, invece no, se fatto con serietà è una delle argomentazioni più profonde dell’universo.
E solo da pochi anni che sono apparse anche nell’industria dell’eros donne che offrono la loro visione, pensò alla regista Erika Lust, a dorcelle.com
In Italia qualche mese fa è nato il progetto delle Ragazze del Porno il cui manifesto si rifà a quello della regista svedese Mia Engberg, autrice del progetto The Dirty Diaries Project (dirtydiaries.org) e di corti porno al femminile.
Questa è una bella iniziativa anche se naturalmente questo argomento è uno step ancora più delicato da affrontare con i giovani, ma non per questo da censurare del tutto. La pornografia esiste e va spiegata. Le ragazze del Porno parlano di diritto alla felicità, loro sono un gruppo di registe italiane che lavorano insieme per realizzare un film di corti pornoerotici. A mio parere tutto questo è rivoluzionario.
Spesso si differisce l’eros dalla pornografia, ma questi confini esistono davvero secondo te?
Per me non esiste il confine. Il confine delimita, delinea, quando si parla di sessualità l’argomento è troppo vasto per esser confinato. Negli anni 30 la pornografia era una foto dove si intravedeva 1/2 capezzolo, io ho la camera piena di queste stampe, per me hanno una carica erotica sensuale potentissima. La pornografia è semplicemente la realizzazione di pensieri erotici, quindi è sesso – sessualità. È quel brivido che ti fa illuminare e sviluppare endorfine, è voglia di vivere, di affrontare la vita con più energie.
Tornando a parlare di quello che è avvenuto dopo la cosiddetta rivoluzione sessuale ho la percezione che con il tempo sia avvenuta una sorta di chiusura forse dovuta alla paura di malattie come l’AIDS, più in generale le persone mi sembrano più represse oggi rispetto a qualche anno fa
Non è stata la paura dell’AIDS, purtroppo questa paura non c’è, se così fosse per la maggior parte delle persone usare il preservativo sarebbe una pratica normale. A mio parere è stata l’aggressività che ha chiuso la comunicazione, gli uomini si sono tenuti la padronanza del loro pene e le donne, alcune, si sono concentrate sulla voglia di maneggiare la propria clitoride, continuando a lamentarsi dell’incapacità dell’altro
E in tutto questo è comune a molte donne l’incapacità di raggiungere l’orgasmo e la volontà da parte di alcune case farmaceutiche di medicalizzare questo problema
Ci sono casi fisiologici in cui l’assunzione di farmaci specifici può essere l’unica soluzione, ma in molte circostanze la difficoltà nasce da problemi psicologici, basterebbe andare in psicoterapia da un buon sessuologo. Fisiologicamente parlando, escludendo fattori di stress e problematiche interpersonali, possono accadere sbalzi ormonali che riducono l’interesse sessuale, come ad esempio l’assunzione di alcuni farmaci. L’opzione farmacologia sistemica dovrebbe essere presa in considerazione quando è prevalente l’aspetto fisiologico. Detto questo occorrerebbe più attenzione da parte degli specialisti, basta solo pensare alla facilità con cui i medici generici prescrivono ansiolitici lexotan e xanax. Purtroppo anche la psicoterapia è vista ancora come un tabù.