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Le mie prigioni. La triste e umiliante condizione dei penitenziari italiani. Intervista a Susanna Marietti (Antigone)

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Con 146 detenuti ogni 100 posti letto l’Italia è il paese dove il tasso di sovraffollamento è allarmante. Il punto cardine del nostro sistema penitenziario è sintetizzato nell’ Articolo 27 Comma 3 della Costituzione : “Le pene non possono consistere in trattamenti  contrari al senso di umanità e devono garantire la rieducazione del detenuto”. Ma cosa succede nelle carceri italiane? Il sovraffollamento provoca situazioni indescrivibili, al punto che i detenuti sono costretti a vivere in celle di pochi metri dove non c’è la possibilità di muoversi agevolmente, dove per mangiare bisogna fare i turni e per andare in bagno non c’è nessuna privacy. Spesso c’è una promiscuità tale che i detenuti sono costretti a condividere le celle con persone malate di Aids, tubercolosi o altre patologie gravi.
Per comprendere meglio come stanno davvero le cose, ho sentito la Dottoressa Susanna Marietti, responsabile dell’Osservatorio sulle carceri e Coordinatrice nazionale associazione Antigone, che da anni si batte in difesa dei diritti e delle garanzie nel sistema penale italiano.

Dottoressa Marietti, dopo la sentenza torreggiani nelle carceri italiane è cambiato qualcosa?
Sicuramente sono diminuiti i numeri, basta guardare le statistiche. Sono stati presi una serie di provvedimenti che in realtà erano cominciati già prima della sentenza Torreggiani, pensiamo al disegno di legge del Ministro della Giustizia Alfano di qualche anno fa che prevedeva la detenzione domiciliare per tutte le pene non superiori a un anno. Poi il Ministro Annamaria Cancellieri con i suoi provvedimenti ha continuato a lavorare sulla misura cautelare fino all’ultimo decreto che prevedeva sconti di pena per buona condotta.
C’è il bisogno di una forte riforma organica che non c’è mai stata, anche se oggi i detenuti non vivono più in celle sotto i tre metri quadrati. Dal punto di vista degli spazi la situazione è migliorata, anche se credo che il carcere non sia solo spazio. Se mi dai più di tre metri quadri ma non mi curi se sono malato, c’è qualcosa che non va.

L’associazione Antigone è da anni impegnata in difesa della realtà carceraria, sensibilizzando l’opinione pubblica su questo problema. Quanto è presente la politica nella vostra attivita’?
Nelle forze politiche abbiamo incontrato persone sensibili su questo tema e con cui portiamo avanti le nostre battaglie. Il Senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, è uno dei tanti politici che ci aiutano nelle nostre lotte.
Con gli amici radicali condividiamo tante battaglie, ma abbiamo idee diverse su molti punti. Non credo che l’amnistia e l’indulto possano risolvere tutti i problemi, noi di Antigone puntiamo a migliorare il sovraffollamento dei penitenziari che al momento è l’intervento più urgente.
Il “Decreto Legge Svuotacerceri” n°10 del 21/6/2014 ha come obiettivo quello di risolvere una volta per tutte questo problema, permettendo la riduzione delle pene inflitte e l’ampliamento delle misure alternative al carcere. Il provvedimento ha la funzione di adempiere alla direttiva Europea che prevede il pagamento di somme ai detenuti che hanno subito trattamenti inumani e contrari all’Art. 27 della Costituzione. Ma nel costruire questo decreto, il Ministro Orlando si è avvalso dell’aiuto di Mauro Palma, fondatore della nostra associazione e già consulente personale del Ministro Anna Maria Cancellieri. Posso dire che siamo in sintonia su buona parte dei lavori svolti.

Per mesi si è sostenuto che i dati sulla capienza dei vari penitenziari  mancassero di chiarezza. Oggi sono attendibili?
Il Ministero della Giustizia ha pubblicato on line i dati relativi alla capienza dei vari penitenziari aggiornata al 30 giugno 2014, dai quali viene fuori che il numero totale di detenuti smistati nei 205 penitenziari è di 58.092 ma la capienza regolamentare è di 49.461. I dati sono ufficiali e fedeli per quanto riguarda le presenze, mentre c’è un po’ più di polemica tra noi di Antigone e il Ministero della Giustizia sulle capienze.
Alcuni anni fa ci fu pubblicamente una querelle con l’amministrazione penitenziaria, tanto che il ministro Annamaria Cancellieri dette ragione a noi di Antigone sui dati delle capienze.
Grazie al nostro osservatorio sulle carceri, ci siamo resi conto di come tantissime sezioni delle carceri erano chiuse perché mancavano i soldi per la manutenzione.
Capitava che si rompevano i riscaldamenti ma non si poteva sistemare il danno, quindi si chiudeva quella sezione e i detenuti presenti lì erano spostati in un altro settore. Ovviamente in questo modo si creava sovraffollamento più del dovuto e quell’ala restava vuota, ma i posti erano conteggiati lo stesso.
Circa diecimila posti calcolati dal Dap erano inesistenti e quindi il sovraffollamento era molto più alto rispetto i dati ufficiali.

Quali sono le proposte di Antigone per migliorare la realta’ del carcere?
Bisogna riformare il Codice Penale tanto nella parte generale quanto nella parte speciale. Non possiamo pensare di punire tutti i colpevoli e tutti i reati con il carcere.
Tra le tante proposte, siamo stati noi a mutuare dai paesi scandinavi la figura del “Garante dei diritti dei detenuti” scrivendo il primo testo sulla figura nazione del garante che adesso è una realtà.
Un altro strumento che ci auguriamo venga adottato è l’introduzione delle liste di attesa. Si entra in carcere quando c’è posto per scontare la pena, se non c’è spazio non si entra a meno che la persona abbia commesso reati gravi e ci sia la possibilità di pericolo.
È qualcosa che già esiste in alcuni paesi tipo la Norvegia mentre nel nostro paese ancora no.
Il prossimo appuntamento per l’Italia sarà nel giugno del 2015, quando il comitato europeo alla luce dei provvedimenti adottati, analizzerà di nuovo la condizione dei penitenziari italiani.


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