La sentenza del Consiglio di Stato è inequivocabile: l’’ex governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni impedendo che ad Eluana Englaro venisse sospeso il trattamento terapeutico è illegittimo, ha commesso un vero e proprio abuso: perché il diritto alla cura di cui ciascuno di noi è titolare, comprende anche il diritto a poterla interrompere. Un diritto che Formigoni ha voluto violare, costringendo così Eluana ad “emigrare” in Friuli; solo la’, alla clinica “La Quiete” di Udine nel febbraio 2009, si e’ potuto mettere la parola fine a uno stato vegetativo durato quasi 18 anni. Per ricordare i termini di una vicenda che ha fatto scalpore: dopo una lunga, estenuante battaglia che il padre di Eluana, Beppino ha voluto condurre sul binario della legge e del diritto, invece di seguire la piu’ “comoda” strada del “fallo, ma non dirlo”, la Corte di Cassazione autorizzava la sospensione del trattamento terapeutico e del sondino naso gastrico. Con un vero e proprio diktat, Formigoni ordinava pero’ che la sentenza venisse al contrario disattesa: tutte le strutture sanitarie della Lombardia vennero diffidate dal rendere esecutiva la sentenza.
La sentenza del Consiglio di stato ha stabilito che quel provvedimento formigoniano e’ illegittimo. Dice l’avvocato Vittorio Angiolini che ha seguito la famiglia Englaro nella lunga battaglia giudiziaria: “È una sentenza molto importante sul piano del diritto. I magistrati stabiliscono che la Regione era tenuta a fornire le cure alla paziente Englaro e che il diritto di avere una cura comprende, in se stesso, il diritto di interromperla. Questo significa che Eluana avrebbe dovuto trovare questo tipo di assistenza, che poi trovò a Udine, anche in Lombardia, come anche il Tar aveva stabilito.
La famiglia Englaro, di fatto fu costretta a un avvilente odissea fra ospedali e cliniche. L’allora ministro della Salute Maurizio Sacconi, firmò un atto di indirizzo con l’intento di fermare il trasferimento di Eluana Englaro a Udine, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si schierò per il no alla sospensione delle terapie e varò un decreto del governo, il 6 febbraio 2009, per bloccare Eluana che non divenne esecutivo solo perché il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si rifiutò di firmarlo. La sentenza del Consiglio di stato e’ importante precedente: a Eluana ormai non serve piu’, ma impedirà che ci possano essere altri casi come il suo.