Ghoncheh Ghavami è una giovane anglo-iraniana che si trova attualmente nel carcere di Evin a Teheran. Ghoncheh ha 25 anni, il 20 giugno scorso insieme ad altre donne si era recata nei pressi dello stadio della capitale iraniana per protestare contro il divieto per le donne di assistere ai mondiali di pallavolo. Rilasciata poche ore dopo l’arresto, a fine giugno è stata di nuovo portata in carcere da alcuni agenti in borghese.
Il carcere dove si trova la ragazza è particolarmente noto per la sua durezza, la famiglia ha fatto sapere ai media che Ghoncheh è stata tenuta in isolamento per i primi 41 giorni senza che le fosse permesso di vedere un legale e senza aver ricevuto accuse formali.
Dalla rivoluzione khomenista ad oggi le donne in Iran sono state maggiormente soggette a leggi che limitano la loro libertà, nel paese i suicidi che riguardano le donne sono mediamente superiori di ben 4 volte rispetto a quelli degli uomini. Negli ultimi anni le donne iraniane hanno organizzato diverse manifestazioni per far sentire le loro voci in segno di protesta contro le ingiustizie subite da un regime fortemente misogino, ma questo troppo spesso le ha portate a subire forti repressioni. I gruppi paramilitari e degli appartenenti alle polizie private prendono particolarmente di mira le giovani donne. Nella città di Shahin-Shahr qualche tempo fa il tribunale rese noto che le donne che violavano il codice di abbigliamento stabilito potevano essere portate in giudizio e condannate alla pena di 100 frustrate in pubblica piazza. In Iran dal 1979 alle donne è vietato andare allo stadio per vedere le partite di calcio e dal 2012 il divieto è stato esteso anche alla pallavolo.
La famiglia di Ghoncheh Ghavami inizialmente aveva reputato opportuno non divulgare la notizia del suo arresto pensando così di agevolare il suo rilascio, ma con il seguire dei giorni e la mancanza di una volontà di scarcerazione da parte delle autorità che hanno deciso l’arresto di Ghoncheh, il fratello ha deciso di lanciare un appello al governo iraniano e a quello inglese affinché si attivino quanto prima per la scarcerazione della ragazza.
L’appello è stato rilanciato anche da Amnesty International che si è mobilitata e ha fatto sapere, tramite un suo portavoce, che «Ghoncheh è una prigioniera di coscienza e deve essere liberata immediatamente».
I vari appelli si sono diffusi sui social network e già moltissime persone stanno usando l’hastag #FreeGhonchehGhavami.
La speranza è che questo movimento possa in qualche modo essere utile al rilascio tempestivo della ragazza e alla diffusione di quello che molte donne sono costrette a sopportare in Iran come in altre zone del pianeta dove la parità dei diritti stenta ancora a realizzarsi.
Questo è il link per l’appello che Iman Ghavami ha lanciato sulla piattaforma change.org: