Qualche fiction serial-ospedaliera già ci aveva rifilato fitte trame da “errore da impianto embrionale” ove per errore (orrore) era da considerarsi l’inserimento di cellule di padre e madre x nell’utero di madre y invece che in quello di madre x: finzione ché nella vita reale è impossibile! Quindi l’umana e a tratti ripugnante riflessione così come arrivava, spariva.
E’ accaduto invece e proprio nel nostro Paese! A parte essere orribile, è grottesco se si pensa ai divieti che l’Italia ha imposto nella legge sulla fecondazione assistita solo di recente ridimensionata, ma solo per l’intervento della corte costituzionale e dell’indignazione europea.
Oggi i legislatori ammutoliscono. In diritto siamo fermi (senza possibilità d’interpretazione) al “la madre è sempre certa” in quanto è il suo parto a perfezionare l’assunto, avvalorato -semmai ce ne fosse bisogno- dal fatto che nonostante quasi certezze tra sangue e DNA, specie oggi, per il padre s’aggiunge che “mai è certo”. Sicché la madre di quei due gemelli che stanno per nascere, almeno giuridicamente non può che essere la donna che li ha tenuti in utero al solo scopo di nutrirli e ossigenarli (è l’unico mezzo!) per poterli fare sopravvivere dopo averli partoriti. La nostra legge stabilisce che padre, tra genitori coniugati, è il marito della partoriente, salvo che il marito disconosca il figlio della moglie. E’ padre anche chi riconosce il figlio di donna non sposata con lui. In sostanza: si va per presunzione, certamente non per “fatto naturale”. Nel fatto compiuto al Pertini di “naturale” al momento troviamo solo l’errore che per quanto tremendo appartiene all’uomo.
Per tutto il resto a giorni esploderà la natura in assoluto più pura e incontaminata: la vita. In questo caso appartiene a una piccola donna e a un piccolo uomo. Natura vuole solo che abbiano genitori (il numero non è rilevante) che li proteggano e li educhino. La storia insegna che non occorrono geni, solo amore che fortunatamente non ha bisogno di DNA per farsi riconoscere…