Matteo Renzi continua, a intervalli regolari, a proclamare “Fuori i partiti dalla Rai!” Pare che l’editto gli venga più spontaneo dopo che gli hanno segnalato l’adesione dei due consiglieri in quota (teorica) Pd, Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo, all’appello del Fatto Quotidiano contro la deriva autoritaria delle leggi sul Senato e sul sistema elettorale. Ma non sarebbe più corretto che dicesse: “Fuori il governo dalla proprietà della Rai!” Perché dopo la legge Gasparri tuttora pienamente vigente è l’esecutivo il vero padrone della Rai e il capo del governo può quindi togliere tutti dall’imbarazzo abrogando, anche per decreto legge, la legge Gasparri notoriamente tutta a favore di Berlusconi. Avrebbe potuto anzi farne il primo atto di governo assieme alla presentazione di un decreto col quale tagliava lo storico legame fra partiti (di maggioranza soprattutto), governo e Rai istituendo un organismo di garanzia nominato fra persone di specchiata onestà, di alto livello culturale e di reale competenza. No, ha lasciato la Gasparri in vita ed ha istituito la solita commissione di studio fra le cui proposte spiccherebbe l’idea di fare un solo palloccone dei tre Tg, magari anche di RaiNews24, di Televideo e di quant’altro, con una voce unica quindi, adattissima a diffondere un pensiero non meno unico. Come è avvenuto una ventina di anni fa coi tre Giornali Radio, tutti uguali, tutti monocordi, a volte stonati rispetto allo spartito delle reti, della terza in particolare.
Rimpiango i Gr lottizzati? Credo che si possano ben fare tre Gr diversi e distinti scegliendo i loro direttori in modo serio e professionale, come peraltro avvenne quando due di essi erano diretti, se ben ricordo, da giornalisti di statura quali Aldo Rizzo e Livio Zanetti. Con un solo Tg si risparmierà forse qualcosa (?), ma ne perderà molto il pluralismo delle voci delle informazioni, dei commenti, degli approfondimenti legati ai Tg stessi. A proposito di lottizzazione, c’è modo e modo, c’è livello e livello. Qualcuno ricorda un certo Enzo Forcella che, licenziato da Gaetano Afeltra al “Giorno”, venne candidato con successo (credo su indicazione personale di Riccardo Lombardi) alla direzione della Terza rete radiofonica e che varò tutta una serie di trasmissioni una più innovativa dell’altra, a partire da “Prima pagina” ancora molto seguita? E che formò laicamente tanti giovani giornalisti ora in posti di responsabilità?
A me pare che anche sulla Rai, grazie al Patto del Nazareno, si cominci a costruire un’operazione che la libererà magari dai partiti, ma la incatenerà, così stando le cose, ancor più al governo di turno. Si attendono smentite dai fatti, non a parole. Tempo fa, da Lucia Annunziata, il sottosegretario Graziano Del Rio disse e ribadì, di fronte alla conduttrice stupefatta, che il suo governo avrebbe affrontato il conflitto di interessi. Lo fece con molta serietà. A voi risulta qualcosa?