Trovato l’uovo di Colombo. Corriere: “La BCE faccia la sua parte”. La Stampa: ”Padoan: crescita bassa, ora la BCE intervenga”. E Repubblica: Pressing su Draghi”. Titolo a cui il giornale di Ezio Mauro premette la buona novella già anticipata ieri: “sconto all’Italia, apertura della UE”. Tocca a Federico Fubini mettere in chiaro che pure Draghi, e non solo Renzi, ha sbagliato le previsioni sulla crescita. E siccome – Draghi lo ha detto più volte – compito della banca europea è mantenere la stabilità dei prezzi sia quando salgono che quando scendono, ecco che dalla BCE si pretende una straordinaria immissione di liquidità.
Dunque sconto all’Italia da 5 miliardi (se l’Europa accetterà di ritardare il rientro dal debito previsto dal fiscal compact), intervento straordinario della BCE, riforme “a razzo” con tre decreti, scuola, giustizia e appalti. E il gioco è fatto? Non proprio. La battuta di Poletti, quella di far cassa con le pensioni, viene severamente schernita da Giannelli: “Ipotesi di un contributo di solidarietà”, recita la didascalia. Sotto un Poletti che, debordante nell’abitino grigio, tende il dito: “Pensionato sei tu! Chi può darmi di più?”.
Gli Italiani sono disposti a fare sacrifici per il bene comune. Ricordo mio padre, professore universitario appena andato in pensione, che nel 92 accettò con un sorriso il prelievo forzoso sul suo conto in banca deciso dal governo Amato. Ma devono essere convinti, gli Italiani, che il loro sacrificio serva a qualcosa. La battuta Poletti, oggi definita “ipotesi” sembra invece l’ammissione che non si sappia dove prendere i soldi, e dunque si attinga, more solito, nelle tasche del ceto medio. Vedi Di Vico sul Corriere.
Non c’è molto da dire. Vedremo, sapremo, pagheremo! Quanto a me, sento il dovere di segnalare – perché credo di averlo compreso – quale sia l’ideologia dei ragazzi di Renzi. Semplice: noi siamo nuovi, le colpe sono vostre. Vostre, della vecchia classe politica, dei giornalisti non “lupetti”, dei sindacalisti dei lavoratori e degli imprenditori. Avete parlato per trent’anni senza fare. Ora noi facciamo quello che “Voi” non avete fatto. E qui sta il trucco. Perché forse non tutto quello di cui si è discusso in passato sarebbe stato giusto farlo e può darsi che proprio per questo non sia stato fatto. Forse le ipotesi di “riforma”, del ventennio o del trentennio appena trascorsi, erano ingannatrici e destinate ad abortire.
E no eh, niente scherzi! Rispondono all’unisono i Ragazzi di Renzi. Noi non siamo ideologici, noi. Non ci sobbarchiamo la lungaggine dell’analisi per giungere a nuove, più giuste e magari trasparenti conclusioni operative. Dopo trent’anni di chiacchiere? No. Facciamo quello che Voi non avete fatto.
Di consegnare il Senato alle Regioni nel Pd se ne parlava da tempo. Fatto! Che in un’economia liberista non possa funzionare lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori – “sembra scritto, scrive oggi Feltri, da Stalin dopo essersi scolato una bottiglia di vodka” – lo dite da 40 anni. Ne faremo a meno! Che la “Casta” dei dipendenti pubblici goda di protezioni e stipendi talvolta eccessivi Mister B lo ha sempre sostenuto e Rizzo e Stella l’hanno confermato: solo il profitto privato è davvero sudato, gli altri stipendi “li piaghiamo noi” e il pubblico mangia a sbafo. Dunque, tagliamo. Come? Non importa. E se oggi Rizzo spiega che i manager delle Regioni tagliano “le posizioni” dei quadri ma distribuiscono tutti i bonus per ogni posizioni apicale, beh questa analisi, nonostante l’estate, non scala che la pagina 6 del Corriere.
È un’ideologia pericolosa. Del fare senza pensare. Del finire quel che si è iniziato. Per dimostrare che si può; non importa cosa. In ogni caso, c’è la cassaforte “storica” del Pd a cui attingere per meglio sbagliare. Rottamazione nella continuità. Per me, inguaribile illuminista, il nuovo dovrebbe avere l’onere della critica, prima di imporsi. Invece il salto generazionale – “che bei ragazzi”, esclama spesso una mia compagna di banco in Senato guardando ai banchi del governo! – sottrae i Ragazzi di Renzi dal dovere della critica e dell’elaborazione originale. Telemaco farà quello che Ulisse, distratto da Calipso, ha dimenticato di fare.
A chi come Alan Friedman vuole “Ammazzare il Gattopardo”, consiglio di riflettere su Tancredi Falconeri. Sapete? È il giovanotto spregiudicato che porta un soffio d’aria nuova nella dimora dei Salina e viene ripagato con l’affetto del Principe, il quale riconosce in lui i difetti di famiglia. ma liberi dal senso del dovere che don Fabrizio si porta dietro. Tancredi finirà Senatore del Regno Sabaudo, quanto di più nuovo e moderno, allora, per un rampollo della nobiltà siciliana. Dio ci liberi dai figliocci del Gattopardo.
Con ciò, il caffè del mattino prende congedo fino al 30 agosto, data fissata per la nuova partenza a razzo!