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Nel nome dell’Unità si fa una festa, ma l’Unità non c’è, neppure in spirito

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“Che storia, il futuro!” Bello slogan per  la Festa nazionale dell’Unità aperta a Bologna .  “Festa dell’Unità-ha ricordato il responsabile della comunicazione del Pd- Francesco Nicodemo- un nome che sa di storia. Affonda le radici in un passato lontano nel tempo ma che è restato e resta vivo nei cuori di tantissime persone, quelle persone che, quando la primavera si affaccia e le date storiche del 25 aprile e I maggio si avvicinano, cominciano a “scaldare i motori”. “ Non vorremmo essere stati nei panni di Nicodemo  il quale ha avuto  l’ingrato compito di presentare la Festa  tornata a chiamarsi  dell’Unità per volere di Matteo Renzi  ma l’Unità non c’è più, neppure in spirito, e Matteo Renzi non è neppure andato alla inaugurazione. Ha incaricato di aprire i battenti a Serracchiani, Guerini, dirigenti del Pd  bolognese ed emiliano . Una apertura in tono decisamente minore, anche per quanto riguarda la presenza di pubblico,scarso, che ha seguito un dibattito fra il sottosegretario Sandro Gozi e il professor Piero Ignazi,impegnati a discutere del semestre europeo. Ma qui   in particolare si è impegnati a discutere sui candidati alla presidenza della Regione, con la sfida fra i due renziani, un doc,Richetti e l’altro di adozione, Bonaccini. E scarso è il pubblico  che ha seguito un dibattito fra il sottosegretario Sandro Gozi e il professor Piero Ignazi,impegnati a discutere del semestre europeo. Rapidi per favore,la gente deve cenare, una cinquantina di minuti e poi via. Salva la prima serata un magnifico concerto che è anche una grande manifestazione politica. La gente lo capisce .Quando sullo stesso palco dove si sono  maliconicamente esibiti  Gozi e Ignazi verso le 21 sale Mira Awad, “splendida nella sua veste araba nera-così la descrive Pino Salerno, in un articolo per il Velino- le note intonate dalla sua straordinaria voce hanno da sole squarciato il velo sulla vera cifra politica di questa prima festa nazionale dell’Unità dell’era di Matteo Renzi. Mira Awad è una cantante e musicista di origini palestinesi, e ieri sera ha alternato il suo repertorio con quello di Noa, cantante e musicista di origini israeliane, molto nota in Italia. Le due artiste si sono ritrovate a cantare insieme poche settimane fa in una grande piazza di Gerusalemme, tra migliaia di persone, di ebrei e di palestinesi, che invocavano la pace nella Striscia di Gaza. Il titolo di quella serata, che è divenuto il titolo di una canzone, e poi la traccia politica di una nuova stagione di pace, era “There must be another way”, deve esserci un’altra strada.

Già deve esserci un’altra strada, sembra anche un augurio per l’Unità. Una buona notizia è stata data in apertura della Festa dal comitato di redazione. La testata riprenderà le pubblicazioni on line.
L ‘Unità non può tacere. Giornalisti e poligrafici -questo l’annuncio – hanno deciso di riattivare il sito del quotidiano www.unita.it.. Il punto di vista de l’Unità tonerà su tutti i temi caldi. Grazie al lavoro gratuito e volontario dei lavoratori del giornale. E richiamano il tesoriere del Pd Bonifazi e il segretario Matteo Renzi a mantenere la promessa fatta quando hanno affermato che “il giornale tornerà in edicola.

L’attuale gruppo dirigente del Pd non mostra alcun imbarazzo per una Festa dove non c’è il festeggiato . Addirittura si costruisce un vero e proprio imbroglio a proposito della parola unità. Tocca sempre a Nicodemo , il malcapitato, spiegare, o meglio confondere le acque. Dice  infatti che “tutto ruota, intorno al concetto di “unità”,  di “passato” e di “futuro”. Anche nel manifesto è stata data centralità a questi concetti.  Tutto il layout ruota intorno alla parola “unità” e le mani che la circondano, da un punto di vista grafico, ne sono la cornice e il sostegno”. Un piccolo particolare:  la testata giornalistica ha la U maiuscola, l’unitò di cui parla il responsabile della comunicazione la ha minuscola. Un gioco di parole ed è fatta la “ festa all’ Unità”come qualcuno dice.

La realtà che si vuole nascondere :è la prima volta che si fa la festa senza l’Unità. La prima manifestazione  per finanziare si svolse il due settembre del1945. Si chiamava “ Grande scampagnata de l’Unità”.L’idea di organizzare questa festa fu degli esuli comunisti che avevano partecipato a Parigialla festa de L’Humanité.il giornale del Partito comunista francese.  La “ grande scampagnata” si svolse nei comuni di Mariano Comense e Lentate sul Seveso.Vi presero parte esponenti del Partito quali Giorgio Amendola, Emilio Sereni,,Giancarlo Pajetta,Cino Moscatelli,

Originariamente le feste erano organizzate dal PCI per finanziare l’organo ufficiale di stampa l’Unità. La prima di queste feste venne allestita il 2 settembre 1945 e viene chiamata Grande scampagnata de l’Unità e l’idea di una festa legata al giornale di partito venne dagli esuli comunisti che l’anno prima avevano partecipato a Parigi alla festa de L’Humanité, il giornale del Partito Comunista Francese, a guerra appena terminata, nei comuni di Mariano Comense e Lentate sul Seveso, alla festa intervennero i più importanti esponenti del partito, fra cui Luigi Longo, Giorgio Amendola, Emilio Sereni, Cino Moscatelli, Giancarlo Pajetta . Il legame con ‘Unità,il  Partito,si suoi massimi dirigenti non era mai venuto meno.   Ricordiamo  il titolo a tutta pagina del giornale in occasione della Festa tenuta a Napoli nel 1976, un evento storico, la festa nel cuore del Mezzogiorno “ Grazie Napoli”: nel nome dell’Unità Enrico Berlinguer che aveva voluto incontrare giornalisti e tipografi che avevano organizzato una vera redazione, tiene un  comizio che rimane nella storia non solo del Pci ma del nostro Paese,  una folla strabocchevole, entusiasta,consapevole.” Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi -affermò Berlinguer – può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.” Parole che vorremmo sentire di nuovo, insieme all’impegno , fatti e non parole, a far tornare l’Unità nelle edicole e nelle  feste.  Anche parlando di De Gasperi ma non  per imbalsamarlo. Senza l’Unità è un rischio  che sarebbe meglio non correre.


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